Non si fermano le polemiche su Fedez ed il suo utilizzo del palco del primo maggio non per parlare di lavoro ma per attaccare un partito politico che, ovviamente, non aveva la possibilità di replicare in diretta. Ma non si fermano neppure le polemiche sulla festa dei tifosi dell’Inter per lo scudetto appena conquistato. Oggi la dichiarazione ufficiale del politicamente corretto è: “Hanno mancato di rispetto ai morti”. Ovviamente solo a quelli per Covid, perché gli altri non contano.
Strano che uno striscione con le stesse parole non venga esposto di fronte ad ogni tabaccheria in onore dei morti per il cancro. Ma già, lo Stato ci guadagna su quelle morti, dunque non c’è nessuna mancanza di rispetto.
Strano che uno striscione con le stesse parole non venga esposto di fronte ad ogni zona di spaccio nelle diverse città. Quei luoghi di spaccio ripresi dalle telecamere di Brumotti ed ignorati dalle istituzioni. I morti per droga, però, non meritano rispetto perché, su quelle morti, sono le mafie a guadagnare.
Ed allora, di fronte al dilagare del pensiero unico obbligatorio, fa bene rileggere qualche passaggio di un vecchio brano di Giorgio Gaber ed Alessandro Luporini, “Quando è moda, è moda”. Era il 1978, da allora tutto è peggiorato.
Io sono diverso,
Io cambio poco, cambio molto lentamente
Non riesco a digerire i corsi accelerati da Lenin all’Oriente
E anche nell’amore non riesco a conquistare la vostra leggerezza
Non riesco neanche a improvvisare e a fare un po’ l’omosessuale
Tanto per cambiare.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
E siete anche originali, basta ascoltare qualche vostra frase
Piena di parole nuove sempre più acculturate, sempre più disgustose
Che per uno normale, per uno di onesti sentimenti
Quando ve le sente in bocca avrebbe una gran voglia
Che vi saltassero i denti….
Sono diverso e certamente solo
Sono diverso perché non sopporto il buon senso comune
Ma neanche la retorica del pazzo
Non ho nessuna voglio di assurde compressioni
Ma nemmeno di liberarmi a cazzo
Non voglio velletarie mescolanze con nessuno
Nemmeno più con voi
Ma non sopporto neache la legge dilagante
Del “fatti i cazzi tuoi”.
Sono diverso, sono polemico e violento
Non ho nessun rispetto per la democrazia
E parlo molto male di prostitute e detenuti
Da quanto mi fa schifo chi ne fa dei miti
Di quelli che diranno che sono qualunquista non me ne frega niente:
Non sono più compagno né femministaiolo militante