Gli animali mitologici arricchiscono e colorano le narrazioni mitiche greche. Le loro figure sono spesso raccontate come incroci tra animali diversi o tra gli animali e l’uomo. Tra le più famose la Chimera, il Minotauro, la Sfinge, l’Idra e il Centauro.

Il Centauro
Conosciuto ai più forse per la rappresentazione cinematografica del personaggio di Fiorenzo in Harry Potter, il centauro è un animale mitologico metà uomo e metà cavallo. Il mito narra che il primo fu concepito dall’unione di Issione (re dei Lapiti, popolo della Tessaglia) e la dea Nefele (nuvola). Centauro diede poi origine alla sua specie unendosi con le giumente del monte Pelio. E’ descritta come una creatura rozza e aggressiva, ma abilissima nel tiro con l’arco. Spesso è confuso con il satiro, anch’essa figura mitologica, a metà però tra un uomo e una capra, di statura e stazza di gran lunga inferiori a quelle del centauro. Tra i centauri più famosi troviamo Nesso, il quale tentò di stuprare Deianira, la moglie dell’eroe Eracle. Ma anche Euritione, che stuprò la sposa del re dei Lapiti Piritoo, il giorno del suo matrimonio, in preda all’ubriachezza.
La CHIMERA, UNO DELI ANIMALI MITOLOGICI PIù TEMUTI
Era il mostro di origine divina, lion la testa, il petto capra, e drago la coda; e dalla bocca orrende vampe vomitava di foco”
Omero, Iliade, VI libro
Così descrive la Chimera Omero nell’Iliade. Un mostro dalla testa di leone, il corpo di capra e la coda di drago. Alcuni miti aggiungono anche la presenza di una seconda testa, di nuovo di capra. Questo spiegherebbe l’appellativo di Chimera, il termine infatti in greco antico significava appunto “capra”. I genitori di questa bestia orribile erano Tifone, un titano, ed Echidna, a sua volta creatura a metà tra una donna e un serpente. La coppia avrebbe generato altri mostri quali l’Idra, Cerbero e Sfinge.
L’Idra di Lerna
Eracle incontra l’Idra di Lerna durante sua seconda fatica, commissionatagli dal re di Argo Euristeo. Il suo compito è quello di uccidere la bestia, che terrorizzava i territori dell’Argolide e rendeva le terre sterili a causa del suo alito pestilenziale. L’impresa era considerata da tutti impossibile perché l’animale era dotato di ben nove teste che, se tagliate, ricrescevano immediatamente. Solo una era priva di questo potere e rappresentava la debolezza della creatura. Inoltre l’Idra riusciva ad uccidere anche coloro che entravano in contatto con il suo respiro, a causa della sua estrema velenosità. Dopo averla sconfitta l’eroe intinse le sue frecce nel sangue del mostro, per rendere le ferite inflitte incurabili.
Il Minotauro
Il mito narra che il Minotauro nacque dall’incontro amoroso di Pasifae, regina di Creta, e un toro bianco, dono di Poseidone al re di Creta Minosse. La donna era stata infatti condotta alla follia dalla divinità del mare, la quale riteneva di essere stata offesa proprio da Minosse. La creatura con la testa di toro e il corpo di uomo fu subito rinchiusa dentro il labirinto di Creta, costruito apposta dall’architetto Dedalo. Ogni anno, per sfamarlo, venivano sacrificate sette ragazze e sette ragazzi della città di Atene. Stufo delle richieste tiranniche di Minosse, Teseo, figlio del re di Atene Egeo, un anno si imbarcò con gli altri condannati con l’intento di sconfiggere il Minotauro.
Vi riuscì solo grazie all’aiuto della principessa Arianna, figlia di Minosse, invaghitasi del ragazzo e disposta ad aiutarlo per salvarlo dalle grinfie del mostro. La bestia sarebbe morta solo se trapassata dal suo stesso corno: così fece Teseo, che sorprese il mostro nel sonno, gli tagliò il corno e infilzò la sua durissima pelle. Noto a tutti è inoltre l’ingegnoso metodo del filo, grazie al quale Teseo riuscì a ritrovare l’uscita dal labirinto. Nonostante il prezioso aiuto Teseo abbandonò la dolce Arianna sulle rive dell’isola di Nasso, dove però la donna fu rincuorata dal dio Dioniso.
La Sfinge, uno degli animali mitologici comuni a più culture

La figura della Sfinge non fa parte solo della cultura greca, ma anche di quella egizia e probabilmente di quella mesopotamica. Gli Egizi ponevano statue monumentali della creatura accanto alle tombe dei faraoni, affinché li proteggesse nella vita dell’aldilà e dagli attacchi dei profanatori di tombe nella vita terrena. I Greci la descrivono come una creatura con volto di donna, corpo e zampe di leone e ali di uccello. Il suo nome significa “strangolatrice”. Viene spesso abbinata al mito di Edipo, il quale la fronteggiò per liberare i tebani dalla sua presenza. Creonte aveva infatti promesso il regno e la sposa Giocasta a chi fosse riuscito nell’impresa. In molti provavano, tutti fallivano.
”Qual era l’essere che cammina ora a quattro gambe, ora a due, ora a tre che, contrariamente alla legge generale, più gambe ha più mostra la propria debolezza?”
Questo era il quesito posto. Edipo sciolse l’enigma, la risposta corretta era infatti “l’uomo”. Divenne quindi re di Tebe e marito di Giocasta. Certo liberò la città dal terribile mostro, ma adempì alla sua profezia (aveva infatti sposato sua madre e nella strada per giungere a Tebe ucciso suo padre). La città, resa empia dall’accaduto, fu colpita dalla peste. Il flagello cessò solo dopo che l’uomo ebbe compreso l’orrore commesso, si fu accecato e auto allontanato dalla città.