Da 1,61 a 1,67% di share. Superando di poco i 400mila spettatori, in crescita di ben 21mila unità. Di questo passo, nell’arco di un paio di lustri, Anni 20 diventerà una trasmissione di successo. Eppure la puntata del 18 marzo, condotta da Francesca Parisella, non era male. I servizi esterni erano sicuramente più politicamente scorretti rispetto al piattume della settimana precedente, le prese di posizione non allineate al pensiero unico obbligatorio non sono mancate.

Insomma, un passo avanti è stato compiuto, ma il pubblico del centrodestra – a cui il programma si rivolge senza troppi mascheramenti – non se n’è accorto. O, più semplicemente, se n’è fregato benché la programmazione sugli altri canali fosse piuttosto debole. Certo, Anni 20 presenta ampi margini di miglioramento (gli interventi pontificali di Alessandro Giuli sembrano una tassa da pagare ed a cui si potrebbe tranquillamente rinunciare), ma non è che le alternative politicamente corrette offrano molto di più. Anzi, generalmente offrono molto di meno.

Ma ai tele utenti di centrodestra o di destra tout court non basta. Meglio guardare qualche filmetto americano, meglio farsi del male ascoltando Floris, Formigli, Gruber, Ranucci che ostentano la superiorità della gauche caviar rispetto agli ignoranti che votano a destra. Così, inevitabilmente ma anche comprensibilmente, la Rai si troverà obbligata a cancellare anche Anni 20 dopo Seconda linea. Così come, inevitabilmente, sono scomparse testate storiche della destra. In grado di sopravvivere nei momenti più duri degli anni di piombo, con redazioni protette da filo spinato (al Candido), ma impossibilitate a proseguire di fronte alla mancanza di interesse dei propri lettori.
Certo non mancano responsabilità di chi ha ideato il programma. Gli avversari sono costantemente impegnati a far sistema. Inviti incrociati, citazioni e promozioni dei personaggi di area e dei loro lavori (dischi, libri, iniziative culturali, think tank, mostre fotografiche..), tutto ciò che serve a far squadra. Via Bellerio ed il circolo della Garbatella hanno il terrore di nominare chiunque possa essere considerato di area ma non è allineato con i cerchi magici. La rassegna stampa su Rai news 24 è una passerella per le testate “amiche” di ogni variante di sinistra; a destra gli unici che si degnano di far conoscere quotidianamente gli articoli pubblicati sulle testate di area sono i giornalisti di Kultura Europa.

Anni 20 preferisce ignorare tutto questo mondo. Perfettamente in linea con chi, barricato all’interno del Grande raccordo anulare di Roma, è convinto di essere autosufficiente.