“Dormono, dormono sulla collina…” il ritornello ossessivo del disco /opera che De André dedicò all’Antologia di Spoon River di E. G. Master. Suggestivo, ossessivo, inquietante…
Ma non è di Spoon River, nè di cimiteri che voglio parlare. Bensì di “dormienti”. Di coloro che “dormono”, secondo innumeri narrazioni, da secoli in luoghi remoti e incantati. Preferibilmente tra le montagne. E in una grotta…
È quasi impossibile entrare in una grotta fra le montagne, senza rischiare di imbattersi in qualche “dormiente”.
Sono le, innumerevoli, manifestazioni del Re nella Montagna, dell’Eroe nascosto. Un archetipo mitico, con origini antichissime, se è vero che un mito dice che Teseo, Signore di Atene, non morì ucciso a tradimento da Licomede, ma riposa in una grotta con una schiera di opliti ateniesi…
Mentre Carlo Magno dormirebbe, circondato da cento paladini, tra i monti che circondano Salisburgo. E il Barbarossa in una grotta del Khyffäuser, mentre suo nipote Federico II tra i monti dell’amata Sicilia… La Gran Bretagna, l’Irlanda, il Galles sono particolarmente affollate. Bran il Benedetto riposa, dopo aver portato nella terra gallese il Calderone, da cui ha avuto origine, forse, la leggenda del Graal. Le highlands scozzesi contendono alle ben più dolci colline d’Irlanda la grotta ove dorme Finn, o Fionn, con tutta la schiera dei Fianna, la fraternità guerriera della Tradizione gaelica. E in un altro luogo riposa Oisin, Ossian, il nipote cantore, che incontrò San Patrick, destandosi brevemente dal suo lungo sonno pagano…
E poi, naturalmente c’è Artù. In Avallon. Ma anche tra i monti del Galles. E persino nell’Etna, secondo una tradizione riportata da Arturo Graf.
Sui Carpazi dorme da secoli San Venceslao. Tra i dolci declivi della Moldavia – la Mollis Dacia romana – Stefan cel Mare. In Danimarca Ogieri il Nero, che fu alla Tavola Rotonda. E cui Prul Anderson ha dedicato lo straordinario “Tre cuori e tre leoni”. E persino Costantino XI Paleologo, l’ultimo Imperatore Romano, non sarebbe caduto combattendo le orde turche di Mehmet II, ma dormirebbe in una grotta dell’Ellesponto. In attesa di ridestarsi. E rivendicare l’impero.
Perché tutti questi dormienti in realtà stanno aspettando. In una dimensione magica. Sospesa. In un tempo fuori dal. tempo. Tant’è che se un viandante entra in una di queste grotte e li incontra, invecchia di colpo. E, tornato nel nostro tempo, muore subito dopo aver narrato la sua avventura.
Attendono, i dormienti. Attendono che il loro popolo abbia bisogno di loro. O che ce l’abbia l’intera Europa. Come il Carlo Magno di Graf:
“Sogna il tempo che fu/ sogna la valle /… E attende il tempo del fatal risveglio”
In tutte queste leggende, vi è una domanda canonica che il dormiente, destandosi per un attimo, pone a colui che ha disturbato il suo sonno.
“Volano ancora i corvi intorno alla montagna?”
Già. I corvi. Se ne vedono volare tanti in questi mesi. Interi stormi. Voraci e lugubri.
Speriamo che qualcuno di questi Re addormentati si desti, finalmente. Ce ne sarebbe davvero bisogno…