“Io lo so perché tanto di stelle / per l’aria tranquilla arde e cade…”.
Echi delle elementari. Quelle di una volta. Quando le poesie si mandavano a memoria. E poi te le ricordavi per tutta la vita….
Non c’era la DAD. Non c’era il “feliciometro”, non gli esperti di didattica improvvisati e Ministri che si atteggiano a dive sexy… I banchi erano di legno vecchio. Portavano incisi i ricordi di tante generazioni. C’era ancora il calamaio. E si scriveva con la stilografica…
San Lorenzo di Pascoli. Quasi banale evocarlo, per chi appartiene alla mia generazione. Oggi, pressoché dimenticato. Purtroppo.
Perché esprime, in quel paio di versi, l’emozione pura di fronte alle cosiddette Lacrime di San Lorenzo. Lo sciame di stelle cadenti che incendia il cielo in questo periodo. E che ha il suo culmine proprio nella Notte di San Lorenzo. O per lo meno così vuole la tradizione, anche se gli astronomi ci dicono altro.
Sono le Perseidi. Uno sciame meteoritico che incontra la Terra in questa stagione. Provenendo dalla direzione della Costellazione di Perseo. Non è un caso, però, che vengano chiamate, da sempre, Le figlie di Perseo. Perché nulla vi è nel cielo che non abbia significato. E i nomi non sono casuali, ma simbolici. I Greci videro nelle costellazioni i loro eroi. E ne narrarono i miti. Apprendendo la scienza arcana dell’osservazione celeste dai Babilonesi. Non senza la mediazione, fondamentale, dei Magi persiani. Perché molta della civiltà ellenica è venuta dalla Persia, la grande mediatrice fra Oriente e Occidente.
Perseo è uno dei grandi eroi panellenici. Il suo mito è complesso. Quanto, e forse più, di quello di Eracle. Che, secondo alcune genealogie, era il suo pronipote.
Perseo è figlio di Danae. E di Zeus, che prese la donna sotto forma di un’improvvisa pioggia dorata. Dorata come lo sciame di stelle in queste notti. Chè i miti non appartengono al tempo che scorre. Non sono confinati nel passato. Basta alzare gli occhi al cielo per intuire la loro presenza perenne. Su un altro piano.
Perseo compie molte imprese. Tra queste l’uccisione di Medusa, il cui sguardo rendeva gli uomini pietra. O meglio, di smalto, come dice Dante. Sconfigge la Gorgone con l’ausilio di oggetti magici, che ha strappato alle Ninfe Stigie. Una discesa agli Inferi che lo rende capace di sconfiggere l’incantesimo che rende gli uomini pietra. Lui che era nato da una pioggia d’oro.
Poi salverà Andromeda dal mostro marino, proveniente dagli oscuri abissi. E infine diventerà con lei Costellazione. Luce perenne. Da cui, ogni anno, giungono, portatrici di presagi, le sue “figlie”…
Dicono che scorgere la scia di una stella cadente porti fortuna. Ricordo che da ragazzo, a Bibione Pineda, trascorsi un’intera notte di San Lorenzo steso sulla spiaggia. Cercando con gli occhi le Stelle cadenti. Non ricordo, però, se e quante ne vidi. Ricordo solo il desiderio che avevo in corpo. E che mi faceva male. Una donna, ovviamente…
Sono tornato a guardare le Perseidi con mio figlio. Lo scorso anno, al mare di Lavinio. Mentre sulla spiaggia gruppi di ragazzi accendevano dei fuochi…
Anche quest’anno lo faremo. Dalla terrazza di casa. E speriamo di contarne molte di queste Lacrime di San Lorenzo. Di queste, magiche e fauste, Perseidi.
Entrambi abbiamo molti desideri che vorremmo vedere esauditi. Ma non ne parliamo, neppure fra noi. Un desiderio, perché si realizzi, deve restare celato nel profondo del cuore…