Pizza di fine anno. Con la classe che ha appena sostenuto l’Esame di Stato. Ex studenti ormai. È tradizione. Ed anche stavolta non vi si poteva rinunciare. Almeno a questa. Ultima vestigia di che cos’era una volta la scuola.
Prima del Covid 19. E soprattutto prima del Ministro Azzolina, del feliciometro, della DAD e di tutte le altre….. lasciamo perdere. Mi dicono che qualche gentile signora legge i miei pezzi…
Comunque, il posto è bello. Ed è stato scelto bene. Un ampio giardino. Niente misurazione della febbre o documenti all’ingresso. Ad un collega si è rotta la mascherina in auto (sic!). Chiede alla cameriera se ne abbiano una… La ragazza lo guarda in tralice.
“Guarda, qui non la portiamo neppure noi…” e palesemente pensa: Ma che, te magni la pizza co’ la mascherina.?…
Quasi quasi mi riconcilio coi romani.
Per altro dei colleghi siamo in pochi. I più… non potevano. Una, che non era d’esame, e che non vedevo da quasi sei mesi. Niente mascherina, scollatura. Una bella mora. Ma non siamo mai stati amici. È il tipo fricchettona alternativa. Mi viene incontro, mi guarda. Siamo gli unici due a volto scoperto.
“Ci dobbiamo sfregare i gomiti, o mi abbracci?” aria di sfida. Vediamo se tu, fascio, hai gli attributi. Scoppio a ridere.
E che me lascio scappare una simile occasione?
Ci abbracciamo ridendo, e ci sbaciucchiamo sulle guance. Mi sa che, a conoscerla, è proprio simpatica…
I ragazzi ci sono tutti. La componente femminile radiosa. È una serata importante della loro vita, e si sono tutte vestite eleganti. Truccate. E molte andate dalla parrucchiera. I maschi i soliti coatti, per lo più in pantaloncini corti e maglietta. Normale. È sempre così. Loro avvertono meno il momento del guado. Il passaggio ad un’altra epoca della vita. Continuano a giocare. Le loro compagne sono già, sottilmente, divenute donne.
“A professo’, quando ce fai naltra videolezione?“. Il Boro. E ti pareva. Ora mi dà del tu. C’aveva già provato in passato, ma… Io e te non abbiamo mai mangiato la pasta e fagioli insieme. Gli avevo risposto. Ora però… Anche se non si tratta di pasta e fagioli, ma di bruschette, fritti, pizza..
Una videolezione su che? Non credo che ti sia venuta un’improvvisa voglia di studiare… Pentecoste è passata da un pezzo…
Risate.
“Beh, ce potrebbe fa’ na video sul porno…” la mandria dei coatti è in preda alle convulsioni… “Su You porn, che lei diceva sempre che era l’unica cosa che guardavamo… Ma nun è vero… Noi se guarda ben altro. Lo youporne è roba vecchia…” e mi snocciola una lista impressionante di siti, mai sentiti nominare prima. Ma dai nomi… evocativi…
“A me invece mancheranno quelle videolezioni, prof. E ancor più quelle in aula. Avrei ancora tante domande da farle…“.
Due occhi immensi e curiosi, che mi fissano. La glaucopide. Sempre lei. Ma non mi ero mai accorto prima che fosse così… bella.
“Potrebbe ancora consigliarmi qualche libro? Tra un mese parto, vado a studiare all’estero. E vorrei portarmeli dietro…“
Certo. Che libri?
Si stringe nelle spalle. Sorride.
” Poeti. Poesia… Vado a studiare tutt’altro, come sa, ma sento che la poesia mi potrebbe aiutare. A star bene, anche sola. Anche lontano..“.
La guardo. Forse quello che faccio ha ancora un senso. Dopotutto e nonostante tutto.
“Ho provato a leggere Pound. I Cantos. Che lei cita sempre. Ma è difficile. Mi affascina, ma fatico a capire…“.
Normale. Dopo la Commedia è il poema più difficile mai scritto. E sotto il profilo linguistico il più difficile in assoluto. Ci si deve avvicinare piano. Altrimenti… si rischia il naufragio.
“Piano come?”.
È come con Dante. Per arrivare alla Commedia bisogna prima leggere la Vita Nova e alcune rime. Solo così puoi cominciare a capire…
“E con Pound? Da dove inizio?“
Dal Libro di Hilda, se lo trovi. Poi da Lustra. E Omaggio a Sesto Properzio. Anche lui ha scritto una sua Vita Nova. Era un grandissimo lirico prima di arrivare al Poema. Alla poesia cosmica.
“Un lirico d’amore?” sorride. “Sempre lì si va a finire , no prof.?“
Sì. Sempre lì, perché quella è la chiave che apre le porte della poesia. L’Hortus Conclusus, il giardino delle Esperidi…
“Anche per lei prof?“
Anche per me cosa?
“Anche per lei l’amore, la Donna è la chiave di tutto?” sorride di nuovo… Mi sembra di essere tornato in classe. Solo che qui non c’è la campanella…
Ma c’è il Boro. Purtroppo, o per fortuna…
“A proffe, anche per noi la Donna è la chiave…” continua in modo irreferibile. I coatti sono in visibilio. E alquanto briachi…
Si alzano e mi si accalcano intorno. Alla faccia dei distanziamenti.
“Selfie prof!“
Selfie coi coatti. Selfie con le ragazze tutte intorno… questo farà schiattare le coronarie a qualche mio amico…
Selfie col Boro, abbracciati come due marinai ubriachi in franchigia. E selfie con la glaucopide. I cui occhi continuano a sorridere. E a pormi domande… inquietanti.
La cerimonia degli addii. Baci e abbracci. Ogni regola è saltata. Grazie a Dio. E con buona pace dei tirannelli del regime teocratico sanitario.
Torno a casa con la collega fricchettona.
“Che avvenire avranno questi ragazzi?” mi chiede prima di salutarmi. Ci guardiamo in silenzio. I suoi occhi sono pieni di lacrime.
Si. È decisamente simpatica.