Con un cortometraggio diretto da Roberto Ortu e prodotto da Patrizia Sardo Marras , Antonio Marras presenta la sua collezione femminile e maschile fall/winter 2021 alla Reggia di Su Nuraxi del complesso nuragico di Barumini. “De innui ses?”, “Di dove sei?” è il titolo della sfilata. La storia, le tradizioni e la cultura sarda diventano fonte di ispirazione per lo stilista di Alghero.
Sardegna, terra autarchica
“Camminare è già di per sé una penitenza e una redenzione”. Così una voce ancestrale apre il cortometraggio della sfilata di Antonio Marras. Modelle e modelli camminano, accompagnati da una musica martellante, lungo i prati del complesso nuragico di Barumini, patrimonio dell’Unesco. Sono pellegrini, cercano di raggiungere il luogo sacro in cui dimora la Dea Madre, Nuraxamanna, per chiedere che la pandemia finisca. Il corteo, aperto da due bambini in abiti da matrimonio, fa eco alla tradizione. Il percorso è infatti il medesimo che gli antenati sardi facevano, penitenti, secoli fa. Le leggende narrano che la Reggia di Su Nuraxi avrebbe accolto tutti i pellegrini che avessero tentato l‘impresa di raggiungere la dea, dopo aver compiuto tutti i riti sacri richiesti. Alla fine del video la Dea libera l’umanità dal suo fardello e una musica pastorale sarda accompagna le danze festose dei pellegrini.
Il cast, circa 150 persone, è quasi interamente sardo. A dimostrazione del fatto che: “in Sardegna si è in grado di realizzare eventi con risorse locali degne dei grandi show di Milano, Parigi e New York” dichiara lo stilista ex Kenzo. E aggiunge, riferendosi al sito archeologico, che “tutto il mondo dovrebbe conoscer(lo), come l’Isola di Pasqua o Machu Picchu”. Fierezza e orgoglio per un passato ricco di cultura e tradizione, da cui Marras si è lasciato ispirare per la sua collezione. Un inno all’esaltazione delle proprie origini.
La collezione
“Dalla Sardegna son passati tutti: fenici, romani, spagnoli. Noi siamo il risultato di questa stratificazione. Ho incominciato a lavorare su strutture e volumi a contrasto. Ho provato a capire cosa potesse essere questa amalgama di colori, forme, tessuti e tecniche. Ho “tagliato” la tradizione con il punk, con i kit, ho fatto a brandelli i ricami e ho inserito frasi che si dicono ai forestieri. Ho dato di nuovo vita a delle giacche da uomo vecchie e ne ho prese alcune dei pastori per intarsiale con ricami. Dei capo spalla diventano sartoriali nel senso più stretto, fatte a mano con tecniche antiche. ” Così lo stilista racconta la sua collezione autunno inverno 2021.

Molti degli abiti riprendono dunque la tradizione, resa moderna da forme e volumi. Qualche modella esce dalla parte e interpreta quella della fatina, seguace della dea. Gli abiti che indossano sono bianchi, ma finemente decorati da tulle, piume e ricami. Così come quelli di Nuraxamanna, finemente intrecciati d’oro. Il resto della collezione propone invece colori forti come il giallo, il verde, il rosso. I capi femminili da sera richiamano un’epoca passata, ricchi di intarsi e decori. Nella versione giorno sono invece un mix&match di tessuti e fantasie: jacquard, tartan, paillettes, strass e decorazioni floreali. Forme e volumi sono ampi e svolazzanti. Per l’uomo la proposta è quella del kilt scozzese, da abbinare con camicia bianca e felpe. Oppure blazer sartoriali con patch, che ricordano le giacche dei pastori.
Il folklore onirico della Sardegna e i suoi spazi aperti e selvaggi ridanno vita a quei sogni che la quotidianità vissuta nel grigiore della pandemia sbiadisce giorno dopo giorno. E che, come ha detto Marras: “c’è ancora la possibilità di avere un oggetto che ci possa raccontare qualcosa“.
