Il ballottaggio si avvicina e, ad Aosta, i partiti autonomisti sono impegnati a sostenere il Pd contro la minaccia di Rinascimento, il movimento lanciato a livello nazionale da Vittorio Sgarbi. Una scelta assolutamente legittima, certo, ma perlomeno curiosa. Perché il Pd è, a livello nazionale, il partito che più si batte contro ogni forma di autonomia. Sarebbe sufficiente osservare lo scontro tra il “ministro nessuno” Boccia e le Regioni che, anche sulla base di appositi referendum, hanno osato chiedere maggior autonomia.
Ovviamente la Valle d’Aosta può fregarsene di ciò che succede a sud di Pont St.Martin, forte della propria diversità riconosciuta dalla costituzione italiana. Un atteggiamento miope, ma anche rischioso poiché si è visto che il Pd, con i pentastellati a rimorchio, cambia anche la costituzione senza farsi troppi problemi.
Ma anche nelle questioni quotidiane i rischi non mancano. Il Pd è il principale nemico di ogni tradizione, di ogni radicamento, di ogni memoria che vada indietro oltre la seconda guerra mondiale. Favorevole all’invasione senza controlli e senza limiti, alla mescolanza che cancella i popoli e crea l’uomo globalizzato, il consumatore uniforme dagli Usa al Kenya, dalla Scandinavia alla Cina. Schiavi indifferenziati, tutti uguali, tutti impegnati a mangiare cavallette ed alghe.
E con la ratifica della Convenzione Faro ha anche imposto il principio della cancellazione delle memorie storiche, delle espressioni culturali, dei capolavori artistici se danno fastidio ai nuovi arrivati. Non è il nuovo abitante che deve adeguarsi al Paese che lo accoglie, ma è il Paese obbligato ad accoglierlo che deve rinunciare alla propria cultura se il nuovo abitante non gradisce. Dunque pronti a cancellare i reperti archeologici se a qualcuno danno fastidio i salassi, i romani o i castelli medievali.
Non è proprio il massimo per l’autonomia. Ma, evidentemente, per qualcuno la gestione del potere è più importante di qualche rudere da abbattere.
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