Perché preoccuparsi per il Covid a Torino quando si può tranquillamente morire di inquinamento grazie alle belle pensate dei politicamente corretti? Così, mentre i delatori strillano se vedono, con il binocolo, un untore senza maschera che cammina da solo in un parco, qualche genio ha pensato bene di collocare un’area per esposizioni, mostre, incontri e magari un aperitivo (quando finiranno gli arresti domiciliari, sia chiaro) proprio in mezzo ad un ponte sul Po.
Peccato che il ponte sia ampiamente trafficato, con auto, bus, mezzi pesanti. E non tutti sono fornitori di aria pulita, alpina o marina. In pratica i frequentatori dello spazio urbano avranno una funzione di spartitraffico umano. Respirando ciò che non andrebbe respirato. Forse gli ideatori ricordavano la pubblicità del Cynar, con Ernesto Calindri in mezzo alle auto come simbolo del “logorio della vita moderna”. Calindri, però, era pagato per girare lo spot, poi si alzava e se ne andava. Non sceglieva un posto simile per incontrare gli amici.
Ma le genialate urbane si moltiplicano in questo fine di stagione pentastellata. Nel quartiere Campidoglio il sindaco scadente ha deciso che verranno inseriti alberi come arredo urbano.
Alberi che elimineranno anche i posti auto, già ridotti per l’ampliamento dei dehors. Però il costo dell’abbonamento annuale per il parcheggio dei residenti resta raddoppiato rispetto al passato. In attesa che gli ultimi mesi di questa giunta portino altri disastri ed altre guerre contro chi osa possedere un’auto, anche se ferma. Strade con velocità massima di 20 km orari (perfette per rovinare il motore viaggiando solo in prima), semafori che sfornano verbali contro chi si ferma al rosso ma con le ruote sullo stop. E la giunta che si autocelebra per la riduzione degli incidenti nella prima parte del 2020. Dimenticando che i torinesi erano chiusi in casa, agli arresti domiciliari, e sarebbe stato complicato provocare incidenti mentre ci si trastullava cantando sui balconi.