Il 23 luglio il presidente della Nazione Argentina Mauricio Macri, il presidente del consiglio Marcos Peña e il ministro della difesa Oscar Aguad hanno firmato il decreto 683/2018 in deroga al decreto 727/06 (le cui intenzioni Electomag aveva già prannunciato in giugno), che prevede la riformulazione del quadro d’intervento delle forze militari in materia di sicurezza nazionale,
stabilendo una riorganizzazione delle stesse con il fine di dare appoggio logistico alle forze di sicurezza, rifacendosi al principio della legge 23554 della difesa nazionale che prevede l’utilizzo delle forze militari qualora si percepisca una minaccia agli interessi della Nazione ed eventuali rischi presenti e futuri.
Un decreto che ha provocato l’indignazione da parte della maggioranza degli argentini che, nonostante il freddo e la pioggia, si è riversata per le strade di Buenos Aires il 26 luglio scorso in una manifestazione che ha radunato svariate centinaia di migliaia di cittadini.
A quali minacce si stia riferendo il governo, quando appella alla legge di difesa nazionale, sembra rispondere il ministro della sicurezza della Nazione, Patricia Bullrich, quando due giorni fa ha lanciato delle temerarie quanto infondate accuse nei confronti di alcuni dirigenti dei movimenti sociali (tra i quali spicca il nome di Hebe de Bonafide presidente dell’organizzazione “Madres de Plaza de Mayo“) che starebbero a suo avviso organizzando un piano di destabilizzazione nei confronti del governo previsto per il prossimo dicembre.
Un ipotetico piano la cui causa, secondo il ministro Bullrich, deriverebbe da una volontà di montare ed esacerbare una crisi economica e sociale che in realtà il governo starebbe controllando.
Gravissime le accuse da parte di chi detiene il controllo delle forze di sicurezza della Nazione da ora in poi coadiuvate dal possibile intervento dell’esercito argentino con il quale il governo si sta, come dichiarato dallo stesso presidente MM, riconciliando.
Una dichiarazione da far venire i bordoni a più di un argentino per i quali il fantasma del mese di dicembre, menzionato dalla Bullrich, spira come sgradevole effluvio di quell’infame dicembre 2001, quando ebbe luogo una dura repressione da parte delle forze dell’ordine che provocò più di trenta morti e svariate centinaia di feriti e arresti in tutto il paese.
Anche allora, è bene ricordarlo, l’Argentina era sotto “la tutela” del FMI.