Lo avevano blandito, poi invocato, ed alla fine è arrivato. Mario Draghi ha ricevuto l’incarico di formare un nuovo governo. Dunque il lìder minimo se ne va a casa per cercare di far dimenticare la sua incapacità. E insieme a lui se ne andranno i disastrosi ministri di un governo imbarazzante per la sua pochezza. Arriva Draghi, come era arrivato il grigiocrate Monti. Entrambi osannati come salvatori della patria.

Con Monti si sa come è finita, e per fortuna che è finita. I disastri provocati dai tecnocrati li stiamo pagando e li pagheremo per molti anni ancora. Sotto l’aspetto economico, sotto l’aspetto morale. Un Paese intristito, annichilito, privato della forza di reagire.
Ora tocca a Draghi che avrà la fortuna di confrontarsi con l’osceno spettacolo offerto dalla banda Conte. L’ex presidente della Bce dovrebbe guidare un esecutivo di unità nazionale. Dunque tutti dovrebbero assumersi la responsabilità delle misure impopolari che verranno varate. Lacrime e sangue per rimediare ai disastri di Gualtieri, di Azzolina, di Patuanelli.
“Ce lo chiede l’Europa”, lo abbiamo già sentito, lo sentiremo di nuovo.
I problemi non mancano. Bisogna innanzitutto capire se il Draghi che governerà l’Italia sarà il pessimo governatore della Banca d’Italia e dell’inizio della sua avventura come presidente della Bce. Oppure se sarà il presidente Bce dell’ultimo periodo, ed anche quello delle recenti dichiarazioni sul “debito buono e debito cattivo”.
Quanto alla politica, la coalizione rossogialla dovrebbe scomparire per la vergogna per almeno una decina di anni. Mentre il centrodestra dovrebbe semplicemente chiedersi quali siano i motivi della sua inutile esistenza. Irrilevanti, scarsamente propositivi (in genere con proposte ridicole), incapaci di assumersi le responsabilità di governo o di fare un’opposizione credibile.

Di questo potrà approfittare Draghi per imporre ciò che vuole o ciò che vogliono a Bruxelles e a Berlino. Ursula von der Leyen, fortunatamente, è mille volte meglio del poco sobrio Jean Claude Juncker e questo potrebbe permettere la sopravvivenza dell’Italia. Ma è solo una speranza, poiché il disastro italiano nasce dagli errori compiuti dagli italiani stessi, non solo dai politici.
Il lassismo, la vigliaccheria, la cialtroneria, lo sfruttamento, l’ignoranza, la taccagneria non sono imputabili all’Unione europea. Le mafie, l’assenteismo, le piccole furbizie per fregare il prossimo, il sistema giudiziario intollerabile, il nepotismo, l’evasione fiscale, non sono responsabilità della troika. Quando Bruxelles chiede la riforma del sistema giudiziario per concedere i soldi del Recovery fund, ha ragione Bruxelles, non la magistratura che difende privilegi indifendibili.
L’oppofinzione, se avesse un ruolo, potrebbe vigilare sull’operato di Draghi. Facendo saltare il governo in caso di provvedimenti inaccettabili. Fregandosene del massacro mediatico che ne seguirebbe. Ma occorrerebbe il coraggio che manca.
1 commento
Era da tempo infatti che si parlava di Draghi e lo proponeva pure Salvini. Di fatto l’oppofinzione ha voluto Draghi, così come Renzi e tutti gli altri per evitare di affrontare la responsabilità di scelte e conseguenze impopolari che da marzo si vedranno. Chi si sfila col governo politico e contro tecnocrati recita solo un’operazione di facciata a scopo elettorale. Ci auguriamo che nel nulla cosmico Draghi sia quello dell’ultimo periodo alla Bce e sappia rilanciare le PMI, l’istruzione, il welfare.