L’abbuffata di giornate dedicate a qualunque cosa ha decisamente stancato. E l’obbligo di celebrare qualcosa in un determinato giorno rischia di avere effetti controproducenti:
da quando è stata istituita la giornata della memoria gli episodi antiebraici si sono moltiplicati e forse sarebbe il caso di porsi qualche domanda sulla gestione della comunicazione.
Altre giornate obbligatorie servono solo a far vendere più fiori a San Valentino, ad acquistare una scatoletta gourmet per il gatto, a postare pensieri fintamente intelligenti sui social.
Ora, però, in Italia è stato avviato l’iter per introdurre una nuova celebrazione, questa volta sacrosanta: la giornata nazionale della memoria e del sacrifico Alpino.
“La Commissione Difesa della Camera – spiega un comunicato dei parlamentari leghisti – ha iniziato l’esame della proposta di legge con primo firmatario il deputato Golinelli. A 100 anni dalla costituzione dell’Associazione Nazionale Alpini, che tante opere di volontariato e solidarietà concreta ha realizzato e realizza per le popolazioni colpite dalle calamità, auspichiamo la rapida approvazione di questo provvedimento: il modo migliore per esprimere loro la gratitudine delle istituzioni e dell’intero Paese“.
Difficile immaginare che qualche parlamentare possa opporsi ad un ricordo degli alpini. Anche se, in realtà, le penne nere non hanno bisogno di giornate istituzionalizzate. La festa è quella del raduno annuale e sono momenti di festa i raduni territoriali.
Ma se si vuole una giornata ufficiale, bisogna almeno evitare che si trasformi nell’ennesimo sfoggio di una retorica che nulla ha a che fare con il mondo della montagna. Il ricordo è doveroso, la retorica non solo è superflua ma rischia di rovinare tutto. Deve essere una festa, magari l’occasione per analisi, studi, ricerche. Ricerche storiche serie, finalmente super partes. Per evitare che il giorno del ricordo sia vissuto come un fastidio per chi non ama la montagna ma soprattutto per chi la ama.