Per Furio Colombo, un altro che dovrebbe dedicarsi all’attività di umarell per rompere le scatole ai muratori, il ministro degli interni Piantedosi è impegnato a torturare i clandestini. Però, evidentemente, non lo fa a tempo pieno. E così, tra una Ong e una lite con les petites idiotes del governo francese, Piantedosi è riuscito nell’impresa di far arrestare Matteo Messina Denaro, il super latitante della mafia siciliana.
È malato, il boss. Ed ora partirà la gara a sminuirne il ruolo e l’importanza al vertice dell’associazione criminale. Magari sarà anche vero. Però è soprattutto vero che i predecessori di Piantedosi non erano mai riusciti a trovarlo, il boss. Anche se più volte avevano dichiarato di essere ormai vicinissimi all’arresto. Parole, parole, soltanto parole.
Ora, invece, i fatti. Difficile pronosticare se Messina Denaro vorrà parlare, se racconterà i retroscena della mafia, se ciò che eventualmente dirà sarà la verità o un ennesimo depistaggio. Si vedrà. Per ora si vede che è stato arrestato. E che Piantedosi funziona mentre Furio Colombo no. Ora il giornalista in disarmo può scegliere i cantieri dove andare ad infastidire i lavoratori con le sue banalità da radical chic sopravvissuto a se stesso.