“Nessuno è così alto come chi si china per aiutare un bambino”, recita un aforisma africano.
E fra Luca Santato, frate cappuccino di 48 anni (sì, ci sono ancora italiani che scelgono la vita religiosa), si è chinato spesso e continua a farlo. Dapprima in Veneto e, dal 2016, in Mozambico come missionario. È stato responsabile del seminario minore cappuccino, di due orfanotrofi ed attualmente è superiore della fraternità formativa dei filosofi e dei teologi. Ma il solo pensiero non gli è bastato e lo ha trasformato in azione.
Partendo dai tanti bambini e ragazzi, spesso orfani, che nella capitale Maputo sopravvivono scavando quotidianamente, a mani nude, nella immensa discarica a cielo aperto. Per recuperare qualsiasi cosa possa servire per tirare avanti.
Fra Luca è rimasto colpito da questa realtà e, con la collaborazione degli altri frati, ha dato il via al progetto di un centro per bambini e ragazzi di strada e orfani di Maputo, a Boane, ad una trentina di chilometri dalla capitale. La prima fase del progetto, in avanzata fase di realizzazione prevede un consultorio medico pediatrico per assistere a livello sanitario bambini e ragazzi che necessitano di un’attenzione particolare , un centro nutrizionale per bambini e ragazzi che non hanno un pasto quotidiano e sale di formazione per aiutarli nello studio e nel reinserimento nella scuola.
Il quarto traguardo è l’orfanotrofio, che sarà una fattoria didattica in autofinanziamento, utile anche a dare una formazione ai giovani ospiti, aiutandoli così a diventare autonomi con un lavoro dignitoso.
Non stupisce, dunque, che il prossimo giovedì 23 novembre, sarà assegnato al religioso cappuccino Fra Luca Santato il Premio annuale “Testimoni di Fratellanza” nel mondo, istituito dall’Associazione Artaban Onlus di Cooperazione internazionale e Aiuto umanitario, presieduta da Roberto Veglia, con sede a Torino ed operante in Burkina Faso, Mali, Ecuador e ultimamente appunto in Mozambico, dove ha già finanziato gli arredi del consultorio pediatrico di Fra Luca.
Il fine è quello di offrire un riconoscimento tangibile a chi si è distinto in attività concreta di aiuto al prossimo, senza farsi distrarre dal falso mito della fama e della notorietà, adoperandosi davvero sul campo e non davanti alle telecamere o nei convegni. A chi è esempio di fratellanza incondizionata e non trasforma l’aiuto in un business personale o di gruppo.
Artaban Onlus si è inoltre impegnata a contribuire ulteriormente all’iniziativa, sia finanziariamente, sia fornendo volontari tra cui, in particolare, medici e paramedici, esperti in agricoltura ed allevamento, tecnici edili, idraulici, ecc.
Per informazioni ci si può rivolgere inizialmente via mail a info@artaban-onlus.org, fornendo indicazioni di contatto (telefono o WhatsApp) e propri interessi e/o capacità operative.