Una settimana dell’arte con folle in ogni sito dedicato alle esposizioni; regate sul Po; una maratona per le vie cittadine; una manifestazione dedicata al cioccolato; mercatini artigianali in alcuni quartieri. E il subalpino Pecco Bagnaia che conquista il mondiale della moto Gp sulla Ducati, doppietta italiana dopo 50 anni dai trionfi di Giacomo Agostini. Un normale fine settimana torinese in attesa delle Atp Finals di tennis. Siamo passati dall’esageroma nen (non esageriamo) di Chiamparino all’esageriamo pure di Lo Russo. O forse no. Perché un novembre di fuoco delle iniziative arriva dopo mesi di routine e di scarsa capacità di attrazione.
O tutto o niente. Indubbiamente esistono manifestazioni che si accavallano, che non possono essere spostate in altre date. Cioccolatò non si può certo far svolgere d’estate, con il caldo. Ed il Torino Film Festival, che arriverà a fine mese, è un appuntamento consolidato nel tempo. Idem per il tennis. Insomma, era difficile non avere un sovraffollamento in questo mese di novembre.
Però, proprio perché le date erano note e stranote, si poteva fare molto di più sui servizi indispensabili. A partire dai trasporti. Non solo potenziarli, ma almeno prevedere interventi di emergenza. Sarebbe bastato un briciolo di attenzione alla clientela, con informazioni sui disservizi. Lasciare le persone in attesa alle fermate senza comunicare che il percorso del tram è cambiato, non è un grande biglietto da visita per la città. Ma anche collocare qualche indicazione in più per far arrivare al Valentino, senza problemi, i canottieri in arrivo da altre regioni non sarebbe stato male.
Poi, immancabilmente, i torinesi ci mettono impegno a complicare la vita a chi organizza gli eventi. Di fronte alle code per le manifestazioni artistiche, si è tentato di mettere ordine al flusso di visitatori. Suscitando le ire delle madamine “bene”. “Io ho l’invito e posso entrare quando voglio”, strilla la sedicente Vip contro il malcapitato ragazzo all’ingresso. “Va bene, lei può entrare. Ma l’invito è per una persona, le sue amiche devono aspettare”. “Ma si figuri se devono aspettare. Se entro io, subito e gratis, entrano anche loro, subito e gratis: sono con me!”. La Torino bene degli imbucati è un cancro che non si riesce ad estirpare.