Settant’anni fa, nell’agosto del 1953, usciva negli USA “Childhood’s End” di Arthur C. Clarke, uno dei più importanti libri di fantascienza della storia di questo genere letterario. Pubblicato da una casa editrice specializzata, la Rocket Publishing Company, rientra pienamente in quella che viene definita Science fiction classica, quella per intenderci che tratta di invasioni di alieni o di viaggi interstellari. E il romanzo di Clarke si può annoverare a pieno titolo in questo ambito, anche se già ai lettori dell’epoca rivelò un autore che sapeva andare ben oltre la descrizione fantasiosa di realtà e tecnologie proiettate in un futuro più o meno remoto.
Come è noto quelli erano gli anni della Guerra Fredda e spesso le invasioni aliene adombravano negli occidentali i timori di attacchi da parte del nemico sovietico. Ma l’autore di questo romanzo epocale, che sarà tradotto in Italia con il fascinoso titolo “Le guide del tramonto”, seppe andare oltre, affermandosi come uno dei più originali e fantasiosi autori in ambito fantascientifico. E non fu per caso che, una quindicina di anni dopo, il regista inglese Stanley Kubrick si ispirò alla novella “La Sentinella” per realizzare nel 1968 uno dei suoi capolavori: quel “2001 – Odissea nello Spazio” che rivoluzionò la cinematografia di genere e non solo. Clarke fu anche sceneggiatore del film, dal quale trasse una serie di volumi che rielaboravano e ampliavano la storia – a dire il vero piuttosto criptica – della pellicola di Kubrick.
Ma il tema della nascita di un essere superumano (che nel film era sottolineato dal poema sinfonico Also sprach Zarathustra di Richard Strauss, ispirato all’omonimo libro di Friedrich Nietzsche), destinato a superare biologicamente e antropologicamente la razza dell’Homo Sapiens, era già tutto contenuto in quel libro che usciva pochi anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale.
La storia è abbastanza semplice. In un futuro non troppo lontano sulla Terra si presentano i Superni. Non sono ostili; anzi fanno fiorire sul nostro pianeta una nuova età dell’oro. Spariscono le guerre, le malattie, la fame; i generi di prima necessità sono disponibili gratuitamente per tutti; ognuno è libero di occuparsi di ciò che gli piace di più, sia sotto forma di lavoro che di svago. Gli alieni, in cambio, chiedono solo che l’uomo rinunci ai viaggi spaziali. Tutto qui? Be’, no, naturalmente. Ma se volete saperne di più dovrete procurarvi una copia del libro facilmente reperibile in formato cartaceo e digitale.
Ma l’importanza del romanzo va ancora oltre la vicenda narrata. Molto noto sin dalla sua uscita in tutto il mondo anglosassone (in Italia comparve per la prima volta nel 1955, ma è stato ristampato solo nel 2016), le implicazioni paranormali contenute nel testo hanno avuto molta influenza sulla cultura in lingua inglese. In particolare sia i Pink Floyd che i Genesis affermarono di essersi ispirati alle pagine di questo libro per la realizzazione rispettivamente di Dark Side of the Moon e Selling England by the Pound. A dire il vero non è facile scoprire tali influenze dopo aver letto il libro e ascoltato quei due dischi usciti cinquant’anni fa a distanza di vent’anni dalla prima pubblicazione del libro. Ma se ad affermarlo sono gli stessi musicisti non c’è ragione di non dare loro credito.