“Non abbiamo ascoltato abbastanza la gente”. Da Nord a Sud è questa la litania di tanti amministratori del Pd di fronte alla scoppola elettorale. Non è che ci volesse un genio per capirlo eppure nessuno pareva essersene accorto sino alla notte del 4 marzo. Sordi e ciechi, nelle sezioni del Pd, nei consigli d’amministrazione dove siedono i consiglieri allineati e coperti, nelle banche e, naturalmente, a Bruxelles, a Berlino e a Parigi.
Adesso, improvvisamente, Macron e Merkel scoprono – proprio come gli amministratori del Pd – di non aver ascoltato gli italiani sulla crisi economica e sull’invasione incontrollata dei migranti
Scoprono tutti insieme che non bastavano mance episodiche di fronte al disastro della disoccupazione giovanile. Si accorgono che non bastavano le dichiarazioni dei soliti guru a libro paga per convincere i sudditi italiani che la precarietà è una meraviglia e lo sfruttamento un simbolo del futuro ideale.
Eppure non è bastata questa lezione per far capire ai vertici dei partiti italiani che la gente andrebbe ascoltata anche prima del voto e non solo dopo aver incassato una sconfitta
Ora è la volta di Forza Italia ad avere imposto per la presidenza del Friuli Venezia Giulia un candidato che non piace a nessuno a causa dei troppi errori del passato.
Ma l’arroganza del potere non conosce ostacoli
E i forzisti sono convinti di vincere comunque grazie alla disastrosa presidenza Serracchiani. Insomma, puntano non tanto sulla propria vittoria quanto sulla sconfitta del Pd.
In tutto questo il futuro dei friulani e dei giuliani non viene neppure preso in considerazione.
Perlomeno Macron e Merkel hanno capito, o finto di capire, che l’Unione europea va rifondata
Troppo presto per individuare le linee del cambiamento. È evidente che il rigore che distrugge le economie nazionali non può essere una linea popolare. È altrettanto evidente che le porte spalancate all’invasione provochino problemi gravissimi.
Ma la Germania si è battuta in prima linea per il rigore dei conti e proprio Merkel ha spalancato le porte ai migranti. Difficile ipotizzare una clamorosa marcia indietro proprio sui temi che, secondo Merkel e Macron, hanno favorito il voto di rabbia e protesta in Italia.