Il mondo del calcio e dello sport tutto è stato colpito dalla prematura e inattesa morte del difensore e capitano “Viola” Davide Astori
Innumerevoli sono arrivate le dichiarazioni di cordoglio e le attestazioni di stima di calciatori e amici dello sport e non solo, una tragedia che ha scosso tutto il mondo del calcio, non solo nazionale.
In controtendenza all’affetto dimostrato in questi giorni si palesa la gelida e oltremodo cinica dichiarazione del terzino ex Juventus Dani Alves
che alla vigilia della sfida contro il Real Madrid negli ottavi della massima competizione europea ha così risposto alla domanda sulla morte del giovane calciatore della Fiorentina: “Non ne siamo stati perturbati più di tanto perché non lo conoscevamo molto. Sono addolorato per la sua famiglia. Penso che Davide abbia fatto quel che doveva in questo mondo caotico e che ormai sia in un mondo migliore. Nel mondo però ogni giorno muoiono di fame migliaia di bambini che non ricevono altrettanta attenzione. E sono invece altrettanto importanti. Tutti dobbiamo morire prima o poi perché siamo di passaggio. Magari siamo tristi, ma non di certo come i suoi famigliari».
Certamente nessuna falsità è stata detta, i bambini muoiono ogni giorno, le guerre continuano a creare desolazione, morte e disperazione ma questo cosa c’entra con la prematura morte di un giocatore di calcio di soli 31 anni?
NULLA.
Forse un’occasione persa per rimanere in silenzio
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