Il vaccino AstraZeneca – altresì conosciuto come Vaxzevria – è ufficialmente raccomandato solo alle persone di età superiore ai 60 anni. L’EMA, l’agenzia europea dei farmaci, ha trovato dei collegamenti, anche se rarissimi, tra l’inoculazione del vaccino e l’insorgenza di casi di trombosi.
Il vaccino di Astrazeneca è pericoloso?
La risposta a questo interrogativo, discusso in lungo e in largo è NO. Con il vaccino Vaxzevria prodotto da Astrazeneca non si rischia di morire. Tantomeno rischiano gli over 60. E vi spieghiamo il perché.

Questione di scelte (e contraddizioni )governative
Dopo settimane in cui la confusione ha regnato sovrana, e assieme ad essa anche l’allarmismo, il governo italiano ha confermato che suggerisce di evitare la vaccinazione ai minori di 60 anni – senza però proibirlo. A gennaio, vi ricorderete che il vaccino era stato consigliato fino ai 55 e poi fino ai 65; successivamente, anche oltre.
Per quale motivo, dunque, la scelta di scoraggiarne l’utilizzo su persone di età inferiore ai 60 anni è sovvenuta solo ora? La mancanza di dati che conducessero ad un’evidenza scientifica.
Differenti le posizioni adottate dalle varie potenze internazionali; l’inesattezza delle informazioni scaturite dalle stesse fonti ufficiali, non caratterizzate da un’inequivocabile certezza riguardo la correlazione tra insorgenza di trombosi e soggetti appartenenti ad una fascia d’età X, ha visto istituzioni ed esperti dividersi, battibeccare. Molti Stati europei e non, avevano infatti avviato, a partire dalla messa a disposizione del vaccino, trattative per approvvigionarsi dello stesso AstraZeneca. Una volta ottenute migliaia di dosi, però, come comportarsi riguardo il timore diffuso di causare, a seguito dell’inoculazione, controindicazioni letali?

LE nazioni si muovono, ma in ordine sparso
Il Regno Unito sta proseguendo la sua campagna di vaccinale velocemente, preferendo, rispetto ad altri vaccini, il proprio. L’Università di Oxford ha infatti sviluppato il vaccino soprammenzionato in collaborazione con AstraZeneca. Da poco, però, la Gran Bretagna ha deciso di offrire alle persone di età inferiore ai 30 anni la possibilità di scegliere tra altri vaccini.
Diversa la scelta di Francia, Germania, Svezia e Canada, le cui istituzioni hanno deciso di vietare AstraZeneca alle fasce di età più giovani. In Danimarca e Norvegia, invece, vige lo scetticismo; Vaxzevria è stato completamente escluso dai piani vaccinali.
Morire con Astrazeneca, dati alla mano
Le incertezze riguardo l’utilizzo del vaccino AstraZeneca Vaxzevria nascono tristi casi di cronaca – sparsi. “Sparsi” perché verificatisi a seguito dell’utilizzo di questa tipologia di vaccino in diversi Stati, europei e non, per l’appunto; questo significa che, prima di poter generare allarmismo, bisogna verificare l’incidenza dei casi di trombosi in rapporto al numero di vaccinati.
La trombosi “provocata” da questo vaccino, sembrerebbe poter causare un raro tipo di coagulo venoso, non per forza letale. L’EMA ha però garantito che questo effetto collaterale si verificherebbe in casi molto rari. Certo, continuare a sentire ripetere a mo’ di nenia dai vari virologi interpellati che “i benefici superano di gran lunga i rischi” non è del tutto rassicurante. Fondamentale è mettere questa affermazione in correlazione ai numeri.
L’EMA stessa ha indagato su 169 casi di coaguli cerebrali; i decessi sono circa 15 su più di 34 milioni di vaccinazioni in ben 30 paesi: si tratta dello 0,000005% di casi sul totale. Se si prendono in considerazioni le inoculazioni su pazienti più giovani, però, la percentuale si alza, anche se di poco. La Germania ha infatti segnalato la presenza di coaguli di sangue in 31 persone su 2,7 milioni di vaccinati: qui, invece, la percentuale sul totale è dello 0,00001%.

Con quali altri farmaci si verifica la trombosi venosa?
Per poter comprendere appieno il valore di questa incidenza, però, è necessario rapportala anche alle controindicazioni di altri medicinali. Da donna, sento di dover menzionare, in primis, l’utilizzo della pillola anticoncezionale. Ne avete mai letto il bugiardino? Beh, c’è da sbiancare. Quanti casi di trombosi venosa sono causati dall’utilizzo di contraccettivi orali? 1 su 2000; in pratica lo 0.05%, ma questo dato non causa altrettanto allarmismo – chissà perché.
Ulteriormente, è importante menzionare anche l’esistenza di un nesso tra l’insorgenza di malattie cardiovascolari; secondo la Fondazione Veronesi, “tra tutti i decessi causati dalle malattie cardiovascolari, circa uno su cinque è connesso al fumo“. I fumatori hanno dunque di circa il 25% in più di probabilità di sviluppare coaguli nel sangue rispetto ai non fumatori, ma non per questo si ostacolano le lobby del tabacco.
I rischi di coaguli in caso di infezione da Coronavirus
Infine, secondo l’agenzia Italiana Italfarmaco, oltre alle “ben note complicanze respiratorie dei pazienti Covid-19, nelle ultime settimane sono state descritte sempre di più complicazioni di natura cardiovascolare, anche gravi, nei pazienti affetti da questa infezione.
Infatti, Italfarmaco sostiene che “numerose osservazioni sui pazienti in cura portano ad ipotizzare che in una parte considerevole di essi lo stato di iper-infiammazione in cui si trovano porti a un’esagerata attivazione dei fattori della coagulazione con la conseguente formazione di piccoli coaguli di sangue (microtrombi) a livello sia del sistema venoso che arterioso“.
A questo proposito l’EMA ha recentemente comunicato alle persone che ricevono il vaccino di essere consapevoli della possibilità che casi molto rari di coaguli di sangue combinati con bassi livelli di piastrine nel sangue si possano verificare entro 2 settimane dalla vaccinazione.
Nella maggior parte dei casi segnalati finora, la trombosi si è verificata in donne di età inferiore a 60 anni entro 2 settimane dalla vaccinazione ma sulla base delle prove attualmente disponibili, i fattori di rischio specifici non sono stati confermati. L’agenzia sottolinea dunque come coloro i quali hanno ricevuto il vaccino, debbano cercare immediatamente assistenza medica nel caso di sviluppo di una certa sintomatologia, che trovate qui.
Sebbene la correlazione di cui abbiamo parlato finora sia rara, è stata dimostrata, e per questo motivo sarà oggetto di continue verifiche scientifiche, come vuole, del resto, il metodo scientifico. Ad oggi, il vaccino ha rarissimi effetti collaterali e i benefici derivanti dall’incedere della campagna vaccinale, superano di gran lunga i rischi.
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