Quando si spengono le luminarie di Natale, si tolgono gli addobbi, si smontano gli abeti, si ripongono i presepi, allora, e solo allora è davvero inverno. Perché l’inverno è inoltrarsi nel profondo gennaio. Dicembre è altra cosa. Sospeso fra Autunno e Inverno propriamente detto. E tutto costellato da Feste della Luce. Sino all’ultima. L’Epifania, che, come, recita un vecchio detto, tutte le feste spazza via..
E comincia davvero l’inverno. Lungo, cupo. Oggi più che mai, visto che abbiamo accettato supinamente il divieto di vivere. Per paura di morire. E abbiamo spento, ormai, ogni luce. Esterna e interna
Comunque, con le feste se ne sono andati anche gli Esseri straordinari quelli che recano Doni. San Nicola, Lucia /Lussia, gli Elfi, Santa Claus e il Kampus, Nonno Gelo, i Magi e, buon ultima, la Befana.
Ho passato la sera a spiegare a mio figlio che non sono, come dicono i suoi amici, solo un “imbroglio dei genitori che comprano loro i regali”. Sono Esseri che vengono dal mondo della immaginazione, assumono queste forme e, una volta l’anno, scendono tra noi. Non importa chi compra i regali. Loro ti portano la fantasia. E la fantasia ti permette di non diventare arido. Uno dei tanti uomini vuoti che si aggirano, cupi, per le vie irreali di questa città, col volto coperto, dicono, per prudenza e senso civico. In realtà perché non hanno più espressione umana…
Forse ha capito…
Qualche figura straordinaria, però, resta. E si aggira fra noi. Gli inglesi parlano di Jack Frost. Spirito allegro e burlone. Si diverte a far scivolare le persone sul ghiaccio. E disegna stupende foglie di cristallo con il gelo, sui vetri delle finestre. Spirito inquieto, attraversa tutto l’inverno, sino a Marzo. Quando passeggia allegramente sui prati verdeggianti. Prima di ritirarsi per un anno nelle sue misteriose dimore nel mondo delle leggende.
E “Le 5 leggende” è, appunto, il titolo di un film di animazione diretto da Peter Ramsey, nel 2012, per la DreamWorks. Liberamente, molto liberamente ispirato a una storia di William Joyce, scrittore e illustratore tra i più apprezzati negli States, racconta di come l’Uomo Nero stia cercando di distruggere la fede dei bambini negli esseri straordinari. Santa Claus, il Coniglio Pasquale, L’omino dei Sogni, la Fatina dei Denti – l’immaginario fiabesco americano – sono in difficoltà. Per vincere, avranno bisogno di chiamare in aiuto Jack Frost. L’irregolare spirito dell’inverno.
Che, però, in Russia e nell’oriente ortodosso, assume le vesti de Nonno Gelo, o Papà Inverno. Vecchio, anzi antico. Antichissimo. Giunge a Capodanno recando doni. Ma, per il resto della stagione rappresenta una minaccia. Un pericolo. La steppa in inverno è stupenda. Ma pericolosa. Il Vecchio Inverno è, per altro sempre accompagnato da sua nipote (o figlia). Sneguročka, la Fanciulla di neve. Cui, per altro, è dedicata un’opera di Rimskij-Korsakov. Il romanticismo acceso del Gruppo dei Cinque, che fece grande la scuola musicale russa. Ma alla Fanciulla di Neve è ispirato anche un vecchio radiodramma italiano. Musicato da Luciano Berio. Tutt’altro genere di musica, ovviamente.
Poi, naturalmente, l’inverno profondo è popolato di…fantasmi. I fantasmi del ricordo. Talvolta i nostri demoni personali. Ossessioni. Che in questa atmosfera si fanno più intense. Prendono sostanza. Ti parlano nelle notti ancora lunghe.
È questo l’inverno del nostro scontento, di cui parla Shakespeare, per bocca di Riccardo III.
Dalla finestra, le strade, nella notte ancora incombente, mi appaiono più desolate e squallide del solito. Livide. Nessuna luminaria più a tentare di rallegrare.
Già, atmosfere invernali. Dell’inverno del nostro scontento….. Non ci resta che attendere. E sperare nel prossimo Sole di York.