Un’indagine non significa colpevolezza. Tantomeno in Italia, e non per uno sciocco garantismo ma semplicemente per le disastrose indagini a cui ci hanno abituati, seguite da pessimi processi. Certo che compravendite di brocchi colossali per montagne di milioni di euro, con plusvalenze milionarie, qualche dubbio lo suscitano. Soprattutto se i brocchi vengono poi parcheggiati in squadre di calcio di serie C. Peraltro non deve mai essere sottovalutato Lombroso ed osservando i volti della dirigenza juventina le perplessità aumentano.
Tutto ciò a prescindere dal tifo calcistico che porta a vittimismi assurdi, a difendere l’indifendibile, a trasformare in eroi anche personaggi da galera. Certo, le plusvalenze sospette non sono un’esclusiva juventina. Non che sia una grande giustificazione: tutti ladri, nessun ladro. Però il fastidio in questo caso è maggiore non per ragioni sportive o di tifo, ma perché coinvolge una famiglia che tanto male ha provocato all’Italia intera, che ha sempre incassato e raramente pagato.
Al di là del caso specifico, tuttavia, è il calcio nella sua interezza a sembrare sotto attacco. Si è cominciato con la guerra contro gli ultras, poi si è passati alla guerra contro i tifosi che pretendevano di seguire le partite allo stadio. Controlli estenuanti anti assembramento, quegli stessi controlli che sono stati ignorati per gli assalti ai centri commerciali per il black friday. Qualche sospetto è inevitabile. Ci si può affollare sul posto di lavoro, quando gli schiavi sono al chiuso, ma è vietato l’affollamento all’aperto negli stadi. Curioso.
La prima impressione è che si vogliano favorire le piattaforme televisive che trasmettono partite di calcio 7 giorni su 7. Ma probabilmente non è solo questo. Il calcio era socialità, era gruppo, era comunità. Pericoloso, molto pericoloso. Meglio confinare 4 amici su un divano: birra, tv, patatine e rutto libero. Insieme senza rischi, senza creare una vera comunità che possa collaborare per qualcosa di diverso dalla preparazione di eventuali panini.
I risultati cominciano a vedersi. I campi di calcetto vengono sostituiti dai campi per il padel. Nessun gruppo di ultras nasce intorno alla racchetta ed il potere è tranquillo. Potrebbe persino finanziare la trasformazione dei campi. Due o quattro amici, che diventeranno col tempo, due o quattro tifosi in meno del calcio, sono un ulteriore passo per lo smantellamento dell’universo dei tifosi. Che se lo meritano. Perché invece di indignarsi per i comportamenti dei vertici delle rispettive squadre, si indignano contro i tifosi avversari disgustati per questi comportamenti. D’altronde nell’Italia del ministro Cingolani nessuno si ricorda dei capponi di Renzo.