Io, di tendenza, sarei un Atticista. Ovvero, per quanto apprezzi, leggendo, le eleganze stilistiche, gli ornamenti retorici e quant’altro, quando si parla stento a sopportare quelli che fanno lunghi, interminabili, preamboli, che prima di dirti una cosa, ci mettono davanti una serie di premesse, precisazioni, considerazioni preliminari…. E altra fuffa.
Mi danno sempre l’impressione che o non sappiano davvero cosa dire, o tendano a, come si dice a Venezia, imbromboar cucchi. Imbrogliare gli sciocchi.

Da insegnante potrò anche amare il Barocco – magari più il bronzeo De Quevedo che il grandissimo e raffinato Gongora – ma se uno studente prova a menare troppo a lungo la polenta, lo metto in graticola. Perché gli arabeschi sono bellissimi su un arazzo, ma se tu mi devi spiegare una cosa, la linea più veloce per andare da A a B è la retta. Non l’arabesco. Che mi dimostra solo che tu, cialtrone, la risposta non la sai. Perché non hai studiato. E non ti boccio solo perché c’è il Covid, ovvero quello che, in Italia, continuano a raccontarci, nella varianti Delta, Ypsilon e chissà, presto altre magari di produzione FIAT. E poi, ignorante come sei, e pure imbroglione, hai ottime possibilità di diventare, in un prossimo futuro, che so, Ministro di qualche cosa…
Insomma, questo per dire che apprezzo gli antichi oratori di gusto Asiano, con le loro Declamationes, che pure Seneca il Vecchio – padre del filosofo, per intenderci – considerava già segno di decadenza… per non parlare di Tacito – dando per buono che il Dialogus de Oratoribus sia davvero farina del suo, capace, sacco…Anzi, proprio Tacito mi fa pensare che un certo parlare con enfasi, con un mucchio di orpelli, sia il segno della fine della libertà. Di una Repubblica che, ormai, è tale solo di nome. E dove il sopruso ha preso il posto della Legge. E, per me, quando si parla sarebbe bene essere chiari. Andare dritti al sodo. Atticisti, in sostanza. Come si dice fosse Cesare. Che quanto a chiarezza, hai voglia… Basta leggere i Commentarii.

Comunque, tanta, troppa gente la prende sempre larga, quando deve dire qualcosa anche, anzi forse soprattutto sui Social. Dove la brevitas, la stringatezza, dovrebbe essere la regola. Connaturata allo stesso strumento. E invece…
E invece tanti quando scrivono un post su fb o altrove, si sentono come Proust che sta scrivendo la Recherche. E la tirano per le lunghe… solo che Proust era Proust. E poteva permettersi pagine di divagazioni sulle focaccine… Perché scriveva come pochi, pochissimi, prima e dopo di lui. Mentre gli improvvisati divagatori da Social, diventano insopportabili già alla seconda riga. E, infatti, li molli subito. Se avevano qualcosa di interessante, o addirittura importante da dire… pazienza. Perché non c’è nulla di importante quanto il tempo che ti farebbero perdere. E questo è, riveduto e corretto, Seneca. Il giovane, il filosofo questa volta. Il figlio di quello citato prima. Perché quella degli Annei era una famiglia davvero interessante.
Ma non voglio parlare bene, e razzolare male. Fare l’Asiano, dopo aver tessuto l’elogio dello stile attico.E quindi torno subito in argomento, accingendomi a concludere.Rapidamente.Due conclusioni secche. Senza premesse e preamboli.

In politica chi non sa andare dritto al tema, e dire chiaro cosa pensa e, soprattutto, cosa intende fare, andrebbe ostracizzato. Ovvero cacciato dalla città a sassate e colpi di coccio. Impossibile, lo so, anche perché oratori veri non esistono più. Aldo Moro avrà anche usato espressioni oscure ed iperboliche – celebri le “convergenze parallele” – ma sapeva parlare. E aveva un pensiero. Per non ricordare poi l’ironia di Andreotti e la dialettica di Almirante. Che sarebbero piaciuti a Demostene.Oggi a parlare, tenere la scena, sono nella migliore delle ipotesi, imbonitori di quart’ordine e pessimi giullari. Per il resto venditori di stracci al mercatino delle pulci…Eppure la gente se li beve come oro colato. Basta apparire sui media. Altro non conta. Ed è anche per questo, per questa diseducazione o maleducazione retorica, che siamo ridotti così. Con il peggio che governa e detta legge. E con roba come Speranza… E non faccio riferimento alla Virtù Teologale….
La seconda conclusione è più… Di Ordine personale. Un appunto . Se avete qualcosa da dirmi, anche le peggiori critiche, siate per favore diretti. Niente preamboli. Niente promesse e arzigogoli… Un bel vaffa, se volete. Non mi farà piacere. Ma, almeno, non mi farà perdere tempo. Che è prezioso. La cosa più preziosa che in assoluto…E questo, naturalmente, è ancora Seneca…