Al centro c’è posto. Posto per i tanti partiti che se lo contendono, anche se gli elettori continuano a latitare. Ci hanno provato in tanti ad occupare lo spazio lasciato libero dalla Dc, ed era uno spazio enorme. Però non c’è riuscito nessuno. Forse perché è cambiato il gregge italico, forse perché le mille anime democristiane permettevano di stare al centro ma accogliendo chi di centro non era. O forse perché la qualità delle attuali classi dirigenti che si collocano in quest’area misteriosa è pressoché inesistente.
La Trimurti del centrodestra ha imbarcato, come sempre, i centristi che si spaccano durante la legislatura e si ricompongono in vista del voto per riuscire ad ottenere qualche strapuntino. Giochino patetico ma, questa volta, un plauso lo merita davvero Toti. Il presidente della Liguria ha ottenuto pochissimo dalla Trimurti ma, invece di fingere di essere indignato, ha scritto alle sue scarse truppe spiegando che si è ottenuto ciò che si vale. Dunque bisogna lavorare di più e meglio per conquistare maggior consensi e, di conseguenza, maggior peso. Chapeau!
È comunque evidente che sono le destre a trainare il centrodestra. Non il contrario. E qualcosa vorrà pur dire.
Sul fronte opposto la situazione è ancora più assurda. Con il Pd trasformato in Poltrone e Divani per garantire un posto a Giggino che si è trasformato in centrista moderato buono per tutte le stagioni. Peccato per lui che, con l’elezione garantita dal suo ingresso nelle liste di Poltrone e Divani, si chiuda la sua stagione politica. Non ha mai brillato come fine intellettuale, è stato un pessimo politico ed è inutile come portatore di voti. Verrà eletto e poi dimenticato in qualche deposito di Poltrone e Divani da rottamare.
E poi ci sono loro, i Dioscuri. O forse i fratelli De Rege. Calenda e Renzi. Uniti per il quorum e nulla più. Pronti a conquistare il 10%, magari il 15%, forse il 120%. Venghino signori venghino. E vediamo chi offre di più. Ma se anche si avverasse il loro sogno del 10%, vorrebbe dire che il 90% degli elettori si colloca ben lontano dal vero centro, da quelli che si auto definiscono “moderati”. D’altronde era andata peggio a Mariotto Segni, a tutti gli ex Dc che avevano provato a ricostruire la Balena Bianca ritrovandosi con un gianchetto o, tutt’al più, con uno scorfano. Ancora peggio era andata a Fini che si era riciclato centrista di rito montecarlino. E non aveva sfondato neppure il grigiocrate Monti nonostante il sostegno dei chierici di regime.
Eppure si insiste ancora su questo inafferrabile centro. Che nessuno sa cosa sia e dove sia. Sono di centro i personaggi ex berlusconiani in cerca di cadrega calendiana? È di centro il cerchio magico della fata turchina del sultano di Arcore? È di centro Enrico Letta che, con Poltrone e Divani, ha imbarcato persino il patetico esponente della sedicente Buona Destra in cerca di qualche ossicino da rosicchiare?
È di centro Crosetto che sta annacquando tutti i temi della destra per prendere i voti da quella parte dell’elettorato e governare con un programma di centrosinistra? Ma se gli elettori non vogliono il centro, perché tutti provano a fregarli?