Si possono consegnare i premi ai campioni dello sport parlando solo di sport, come ha fatto benissimo Federico Calcagno, presidente dei giornalisti sportivi piemontesi. Oppure si può allargare il discorso ad elementi esterni, come le proteste dei calciatori tedeschi ed iraniani ai campionati mondiali di calcio del Qatar. Ma in tal caso, se sei a Torino, hai il dovere di parlare anche dello scandalo che coinvolge una squadra di calcio subalpina che, peraltro, non è nuova agli scandali. Invece no, l’immancabile e superfluo intervento istituzionale ha preferito parlare di vicende lontane pur di non infastidire i potenti locali.
Solo pochi attimi, per fortuna. Poi Calcagno ha ripreso il microfono ed ha potuto festeggiare i campioni di quest’anno. Pecco Bagnaia, ovviamente, ma anche Filippo Ganna e Alessandro Miressi. Moto Gp, ciclismo, nuoto. Un Piemonte che vince in quasi tutte le discipline. In pista ma anche nella gestione della Ducati trionfatrice con un direttore sportivo come il torinese Ciabatti. O un dirigente come Ferencz Bartocci, o un allenatore come Dario Chiadò, nella scherma. Scherma in cui eccelle Federica Isola mentre Simone Avondetto è un campione di mountain bike. E ancora Silvia Crosio, nel canottaggio, Eduard Timbretti Gugiu nei tuffi, Gabriele Araudo nell’hockey su slittino, Elia Mattio nella corsa e Willy Gnonto nel calcio. Oltre all’ormai americano Chiellini e all’arbitro Luca Pairetto. Spazio anche per le squadre, con i premi alla squadra di volley di Pinerolo, al Cus Torino Rugby e al Tiro a segno di Novi Ligure.
Niente sci, quest’anno. E poco calcio locale. Spazio a sport che non sempre ottengono grandi spazi sui giornali. In alcuni casi, però, la colpa non è dei giornalisti. E la premiazione di ieri lo dimostra ampiamente. In compenso alcuni atleti sono estremamente infastiditi dalle telefonate dei giornalisti e dalle richieste di interviste e dichiarazioni varie. Salvo, poi, lamentarsi se i loro sport non sono adeguatamente seguiti dai media. Iniziative come la consegna dei riconoscimenti agli atleti dell’anno dovrebbero rappresentare un momento di incontro per superare incomprensioni, pregiudizi, suscettibilità.