Dopo 53 anni riapre l’atelier di Cristobal Balenciaga per la couture ideata dal georgiano Demna Gvasalia. Ed è un successo. Le aspettative di esperti e non erano altissime – la couture era prevista per il 50° anniversario, ma la pandemia ha rallentato tutto.
Cristobal Balenciaga

Definito da Diana Vreeland “il più grande sarto che sia mai esistito”, Cristobal Balenciaga fonda l’omonimo brand nel 1937, a 42 anni, dopo una lunga gavetta. Era stato infatti sarto a San Sebastian al Magazine du Louvre e aveva a lungo riprodotto per le nobildonne e per la famiglia reale spagnola i modelli francesi più in voga del tempo.
Un uso magistrale del colore, i tagli dei suoi abiti e i ricami sopraffini caratterizzano le creazioni di Balenciaga. Il nero rimane il suo colore preferito, omaggio alla cultura spagnola. Nel 1947 esce la collezione denominata Cocoon, il bozzolo, le cui linee arrotondate diverranno poi leitmotiv della produzione del maestro. Nel 50 la linea si evolve “a sacco”, nel 51 i colli di camicie e abiti si allargano, fino ad assomigliare ad uno stelo di un fiore.

A godere delle sue creazioni è un’élite, Balenciaga infatti preferisce mantenere una produzione ristretta e una clientela selezionata piuttosto che espandere il suo business. Le sfilate si svolgono in un religioso silenzio, sia del pubblico, che non osa alzarsi fino alla fine della presentazione, sia delle modelle, che camminano austere e senza espressione. Sfilano senza gioielli o acconciature voluminose, a dimostrazione del fatto che basta l’abito ad impreziosire la figura.

Demna reinterpreta la haute couture di Balenciaga
Demna Gvasalia, georgiano classe ’81, ha un passato come assistente di Martin Margiela e di Marc Jacobs da Louis Vuitton. Nel 2014 fonda il suo brand, Vetements, che lascia poco dopo per la posizione di direttore artistico di Balenciaga, in sostituzione del francese Nicolas Ghesquière, oggi da Vuitton.
Famoso per lo stile “street” di cui ha fatto il brand portavoce, per il suo esordio nella haute couture, Gvasalia ha rielaborato con maestria i codici della maison per farli approdare nella modernità. Molti sono i richiami al fondatore, Cristobal. In primis il palazzo della sfilata, l’atelier originale di Balenciaga. Poi il silenzio durante l’evento. Infine, una rielaborazione delle creazioni e delle linee iconiche del maestro, trasformate in capi contemporanei. Capispalla, trench, cappotti e cappe tutti rivisitati in chiave “cocoon”.
Lo street-style di Demna emerge però nella scelta di mescolare elaborati drappeggi e lunghi strascichi a capi come jeans, t-shirt over, giacche in denim e capi dal sapore sporty. Il cast è più inclusivo che mai, uomini e donne, di ogni etnia e provenienza, giovani e vecchi, belli e meno belli. A far da padrona è l’attitude.
