Non bastavano le bande di nordafricani che, a Milano, hanno assaltato le ragazze italiane a capodanno sotto lo sguardo indifferente delle eroiche truppe di Lamorgese. Una trentina almeno i ragazzi, due soli momentaneamente in carcere. Ora un altro nordafricano è stato bloccato per uno stupro sempre a Milano. Era stato espulso e, dunque, era libero di fare ciò che voleva visto che le forze dell’ordine si occupano di controllare il corretto posizionamento delle mascherine.
A Torino un altro nordafricano ha provocato la morte di una bambina. La madre sostiene che l’abbia lanciata volontariamente dal balcone, lui sostiene che la stava lanciando in aria (sul balcone del quarto piano!) per gioco e che ha sbagliato la presa. Ammette di essere stato ubriaco e di essersi fumato una canna, condizioni perfette per giocare in quel modo. Casualmente era appena stato condannato per spaccio di droga e, dunque, era libero di fare ciò che voleva. D’altronde non aveva nemmeno il permesso di soggiorno ma mica si può mandarlo via per così poco.
A Nichelino, alle porte di Torino, una banda di giovani nordafricani di prima e seconda generazione ha provocato scontri senza che nessuno sia stato punito. Il ceceno che ha ammazzato a calci un giovane italiano è stato rimesso in libertà perché il magistrato aveva sbagliato la procedura (e nessuno ha preso provvedimenti). Vicino a Varese un italiano cerca di uccidere un collega e viene mandato ai domiciliari dove ammazza il proprio figlio di 7 anni. Ma nessuno interviene con provvedimenti contro il magistrato.
Di fronte al moltiplicarsi di violenze di ogni tipo e di totale mancanza di giustizia, è evidente che le mini riforme promesse dal ministro Cartabia non servono assolutamente a nulla. Ma ciò che è peggio è la reazione dei buonisti idioti, sempre pronti a giustificare gli aggressori, meglio ancora se stranieri. Vietatissimo proporre il carcere per stupratori di gruppo, per violenti, per bande di giovani rapinatori. Anzi, i buonisti pretendono che i soldi pubblici vengano utilizzati per donare campi di calcio e di padel, con relativa attrezzaura ça va sans dire, alle bande di giovani nordafricani per favorire l’integrazione.
E, in alcuni casi, l’integrazione è già avvenuta. Con l’inserimento di alcuni giovani italiani nelle bande dei magrebini. Italiani come truppe coloniali dei nuovi padroni criminali. Una scelta comprensibile: visto che è politicamente scorretto mandare in galera gli stupratori stranieri, se riuniti in bande, chi entra a far parte del gruppo può sperare nella medesima impunità.