Il voto in Italia è ormai alle spalle, anche se la formazione di un governo resta lontanissima, e il mondo sta già guardando al voto del prossimo anno per il Parlamento europeo
Steve Bannon, il geniale stratega che è riuscito a far eleggere Donald Trump con un recupero impressionante nei confronti della Clinton, è in tour nel Vecchio Continente per spiegare la necessità di smantellare l’Unione europea e la moneta unica.
Ovviamente ha perfettamente ragione, ma dal suo punto di vista di patriota statunitense
Gli interessi degli Usa non collimano con quelli dei Paesi europei. È evidente che un’Europa compatta ha un peso diverso, molto superiore, rispetto ai singoli Paesi impegnati in confronti bilaterali con il colosso americano. E l’Europa unita può avere voce in capitolo anche nelle trattative con Russia e Cina, in attesa che anche l’India rivendichi un ruolo politico mondiale oltre a quello economico.
Ma Bannon, scaricato dall’entourage di Trump a causa dei contrasti con il genero del presidente, sa benissimo di poter approfittare del disastroso comportamento dei burocrati di Bruxelles per insinuare dubbi in ogni Paese europeo.
Perché l’Europa ha bisogno di più Europa, ma non quella costruita da burocrati e da banchieri che rappresentano interessi extra continentali
Bannon lo sa e rileva tutte le storture, a partire dalla delirante gestione del problema migratorio che ha determinato un crollo dell’occupazione in Italia, un impoverimento generale del ceto medio e dei ceti più deboli, un incremento della criminalità.
E l’ex consigliere di Trump sottolinea la crescita dell’insoddisfazione nei Paesi ex sovietici, ma anche in Austria ed ora in Italia.
Analisi corretta anche perché Bannon, a differenza di Trump, è un profondo conoscitore della cultura e della mentalità europea.
Ma la sua è anche un’analisi basata sugli interessi di Washington, non dell’Europa
Trump vorrebbe tanti Stati europei satelliti degli Usa. In modo da evitare che si saldi un’alleanza naturale tra Europa e Russia o che l’Europa, per mere ragioni economiche, si allei con Pechino creando un’alternativa mondiale allo strapotere statunitense.
Per sua fortuna, e per sfortuna degli europei, i burocrati di Bruxelles non hanno la capacità strategica per alleanze con Mosca e Pechino mentre i banchieri hanno tutti gli interessi a far fallire simili alleanze.