Piano piano gli uffici riaprono, lo smartworking si riduce nonostante impegni e promesse (menzogne consuete sia nel pubblico sia nel privato) ed i lavoratori tornano ad affollare bar, ristoranti e trattorie per la pausa pranzo.
Con una spiacevole sorpresa, in molti casi: i prezzi sono lievitati, e spesso non di poco. Mentre gli stipendi non sono cresciuti ed i buoni pasti nemmeno.
Anche sull’affollamento ci sarebbe poi da ridire. Dipende dal locale. Se interpreta in modo restrittivo o meno le idiozie del governo e dei sedicenti esperti. Così qualcuno piazza ad 1 metro di distanza anche coppie conviventi, con la giustificazione che il locale non può verificare se i commensali sono realmente conviventi. Ma, a quel punto, che senso ha andare con amici e colleghi a mangiare insieme in una trattoria o in un bar pagando, in pausa pranzo, 10/12 euro per un piatto dozzinale?
Tutti comprendono le difficoltà dei ristoratori, dei baristi. I maggiori costi da affrontare per rispettare regole inutili, i minori introiti per le distanze tra i tavoli, però aumenti del 30/40% sono poco giustificabili ed ancor meno sostenibili da parte dei lavoratori in pausa. Che saranno sempre più tentati di portarsi il cibo da casa chiedendo alle aziende di mettere a disposizione uno spazio per mangiare ed un microonde per riscaldare.
Ma se non cambiano, rapidamente e radicalmente, le regole, cambierà anche la ristorazione serale, quella di semplice piacere. Andare a cena al ristorante con gli amici, senza potersi parlare liberamente a causa della distanza, non ha molto senso. Molto meglio organizzarsi in case private. E se non si ha voglia o tempo di cucinare, se si vogliono piatti preparati da grandi chef, ci si rivolge ai migliori ristoranti che ormai hanno predisposto appositi servizi.
Magari evitando chi utilizza gli schiavi per trasportare cibo in contenitori di dubbia pulizia e di improbabile igiene. Perché in un servizio di alto livello anche la consegna diventa importante. Così, a Torino, Zest si appoggia alla cucina di qualità e fantasia della Limonaia per proporre piatti raffinati di pesce e di carne e trasportati in confezioni pronte per essere messe direttamente a tavola oppure per essere riscaldate in forno o in padella. Dalla zuppa di pesce alla tartare di sottofiletto, dal rombo all’agnello per arrivare ai krapfen e ai dolci. Accompagnati, se si vuole, dai vini più indicati. Con una consegna accurata, puntuale, senza sfruttare ciclisti disperati.
Oppure, a Milano, si può scegliere Francesco Randazzo come chef a domicilio per affidare i fornelli alla sua professionalità e fantasia.
Qualità e compagnia, in ogni caso. Perché il cibo va assaporato con le persone giuste, in uno spirito che deve essere quello del convivio..