Dopo l’importante vittoria al palavela contro Trento, la Fiat Auxilium Torino dei nuovi innesti Darington Hobson e Dallas Moore crolla a Varese,
dopo una partita caratterizzata da un inizio disastroso e che, paradossalmente avrebbe potuto essere clamorosamente riaperta nell’ultimo quarto, dove però i ragazzi di coach Larry Brown non hanno avuto la forza di completare la rimonta e hanno lasciato, negli ultimissimi minuti, dilagare l’attacco varsino.
E così il 77-60 finale è tutto sommato severo ma giusto considerando che certi blackout sono ormai diventati troppo frequenti per essere attribuiti al caso e alla sfortuna.
Partiamo dalle note positive: i due innesti, Moore e in partcolare Hobson (il suo arrivo aveva suscitato più di una perplessità, prima dell’esordio esplosivo contro Trento) sembrano azzeccati e in grado di crescere ancore e di fare la differenza. Sia come realizzatori (ieri 25 punti in due) sia come leadership.
Restano invece numerose incognite riguardo a un gioco che a tratti latita e a una tenuta mentale che pare non essere ancora quella ideale per superare l’impatto di avversari come Varese.
E poi ci sono le prove incolori di due che dovrebbero essere protagonisti, visto il loro talento: parliamo di Tony Carr e di Jamil Wilson.
In particolare quest’ultimo avrebbe tutte le carte in regola per disintegrare le difese avversarie, ma pare vivere una fase di involuzione e di essere il lontano parente del rookie visto sotto la Mole soltanto due stagioni fa.
Il sospetto è che si tratti – come d’altronde ha sostenuto lo stesso coach Brown in una recente intervista – di giocatori che si sentono al livello di esprimersi in Nba e che possano vivere l’esperienza italiana senza il giusto entusiasmo e la corretta voglia di crescere.
E poi, inutile negarlo, esiste ancora un problema tecnico: il gioco di Larry Brown, basato su concetti didascalici e molto legato a un basket «old school» (ad esempio nella scelta di evitare il più possibile le triple, che sono ormai – per certi versi purtroppo -la base del basket moderno) non è stato ancora assimilato dalla squadra e non ha ancora prodotto i suoi frutti, nonostante “The Legend” ammetta sempre con onestà le proprie responsabilità impegnandosi a prendere spunto dagli errori per cambiare.
A questo punto, per capire davvero che piega potrà prendere la stagione della compagine torinese occorrerà valutare i risultati del trittico di partite casalinghe che la Fiat Auxiliium disputerà a cavallo tra Natale e l’Epifania contro squadre tutto sommato abbordabili: si inizia il 23 dicembre al Palavela contro Pistoia, per proseguire il 26, sempre tra le mura amiche, contro un’Avellino in profonda crisi di identità, per concludere, il 6 gennaio, contro Cantù. Portare a casa almeno due vittorie sarebbe fondamentale non tanto per cullare il sogno (ancora possibile) di una posizione nella «top eight» ma soprattutto per scongiurare l’incubo di rimanere invischiarti nella zona retrocessione, fattore che rappresenterebbe un ulteriore macigno psicologico per una squadra che fino ad oggi ha mostrato grossi limiti in fatto di emotività e di freddezza quando il gioco si fa duro. E soprattutto decisivo.
Intanto la società ha annunciato ufficialmente di aver risolto il contratto con Victor Rudd: un giocatore certamente di grande livello, talento ed esperienza che però, a Torino, non è riuscito a fare la differenza e ad esprimere il suo potenziale, così come Taylor.
Tabellino
Fiat Torino
Wilson 4, Anumba ne, Carr 6, Poeta, Guaiana ne, Delfino 15, Cusin 6, Hobson 15, Moore 10, McAdoo 4, Portannese ne, Jaiteh: all. Brown
Openjobmetis Varese
Archie 17, Avramovic 13, Iannuzzi 2, Natali 6, Tambone, Cain 9, Ferrero ne, R. Moore 12, Bertone 2, Scrubb 16, Gatto ne; all. Caja
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