Dopo una intensa giornata social dedicata all’amore paterno e figliale, si può tornare a riflettere sulla distanza abissale che separa la festa del papà da tutti i giorni precedenti e seguenti
Dov’era, a Napoli, l’amore tra padri e figli nella bruttissima storia dei tre minorenni che hanno ammazzato a bastonate una guardia giurata per rubare la pistola? Dov’era l’amore che porta ad una educazione al rispetto, all’onesta’, all’impegno?
Ragazzini nullafacenti, liberi di trascorrere la notte fuori casa, di rifiutare la scuola, di non cercare un lavoro
Uno voleva diventare un grande, e soprattutto ricco, calciatore ma preferiva andare in giro la notte piuttosto che allenarsi di giorno. Un altro, guarda la combinazione, stava proprio pensando di emigrare in Germania per cecare un lavoro. E nel frattempo che male c’è ad ammazzare un innocente.
D’altronde quanto tempo trascorreranno realmente in carcere i tre assassini?
Bisogna recuperarli, non punirli. Così la galera perde ogni deterrenza.
Si ammazza, si aggredisce, si rovinano le vite altrui nella consapevolezza che la pena, se mai ci sarà, non sarà lunga e neppure scomoda.
La vittima di un’aggressione non potrà più vivere normalmente perché ha perso un occhio, perché è rimasta storpia o sfregiata? Pazienza, l’aggressore potrà cavarsela con un po’ di arresti domiciliari, che non rispetterà, e qualche pomeriggio trascorso in un ospizio a chiacchierare con gli anziani.
Dove sono i genitori in tutte queste vicende? Assenti, complici, tolleranti
Da Nord a Sud. Pronti a giustificare il figlio se a scuola è un somaro, pronti ad aggredire gli insegnanti se osano dare una insufficienza ad un compito lasciato in bianco.
Tutti pronti a meravigliarsi se il pupo quindicenne, alle 4 di mattina a bordo di una moto rubata, si scontra con altre bande di minorenni senza controllo. Ma come, era così bravo, magari un po’ nervoso, colpa degli altri che lo hanno provocato. E poi aveva fatto gli auguri al babbo per la festa del papà, dunque bisogna giustificarlo se massacra un’altra vecchietta per rubarle la pensione.
Perché il pupo è buono e avrebbe anche accettato un salario ed un posto di lavoro, ma lui voleva un posto da dirigente mentre quelle carogne che gli hanno fatto il colloquio pretendevano persino un titolo di studio. E poi non volevano solo dargli un posto, si sono azzardati addirittura a dirgli che avrebbe dovuto lavorare.
E povero figlio, mica si fa così con le creature. Se deve anche lavorare, per guadagnare, tanto vale che vada a rubare
L’importante è che faccia gli auguri ai genitori per la festa del papà e per quella della mamma. Poi vada pure ad ammazzare qualcuno, un po’ di carcere e i servizi sociali gli trovano un posto di lavoro quando esce. Categoria protetta. Purché non gli chiedano anche di lavorare, sennò il pupo si innervosisce.