Novilunio di Aprile. Che cade proprio nel primo giorno del mese. Coincidenza rara. Ancora più rara se si pensa che la prossima Luna Nuova cadrà esattamente il 30. L’ultimo giorno del mese. Uno strano mese di Venere, mi viene da pensare… Perché Aprile è il mese sacro a Venere. Ad Afrodite. Che gli etruschi, dai quali giunsero a Roma molti culti e molti riti, chiamavano Apro. Ed era Dea della vegetazione e della generazione. La Dea della sensualità e della bellezza.
Lucrezio ne serba la memoria nello straordinario proemio del De Rerum Natura. Quel “voluptas” degli Uomini e degli Dei, che si trasfonde nello sguardo, inquieto e sognante, della Venere di Botticelli…
Però questo Aprile si apre e si chiude con due notti senza Luna. O meglio di Luna Oscura. Che è poi uno degli aspetti di Venere stessa. Oscura, notturna, infera. Perché Venere è uno dei due volti della Luna. Se leggete l’Adone del Marino – altra delle mie fisse – vedete come la Dea si presenti al giovane prima nelle vesti di Diana, la casta. E solo in seguito,, come Venere, gli conceda il suo amore. La Luna… Sempre la Luna, comunque.
Diana non può venire contemplata nuda mentre si bagna alla fonte. Chi osa, fa la fine del povero Atteone, sbranato dai suoi stessi mastini da caccia. Però anche a Venere è legato un rituale che sembra richiamare analogo mito.
A Roma, il primo di Aprile, si celebravano i Veneralia. Feste in onore di Venere Verticordia. Ovvero Venere che apre i cuori. E si celebrava uno strano rito
Le Donne, dopo aver purificato la statua di Venere, ed averla addobbata con rose, si recavano in processione ai… balnea maschili. Quelli di esclusivo uso degli uomini. E qui si denudavano completamente. Probabilmente danzando. Ma non si concedevano. Nude, si schermavano con paraventi di fiori. E fuggivano per tornare al Tempio della Dea. Che, appunto, è Verticordia. Ovvero converte la più accesa sensualità, il più bruciante desiderio, in amore puro. Un rituale misterioso. Per certi versi magico.
Dante Gabriel Rossetti ne ha saputo cogliere il senso riposto nel suo ritratto della Venus Verticordia. Sintesi di bellezza pura e sensualità. I rossi capelli e le rose che le fanno corona. Non è solo un quadro. È la rivisitazione di un arcano che riemerge in certi poeti provenzali e nello stesso Dante dell’incontro con Beatrice nel Gardino dell’Eden…
Certo che… immaginatevi questa schiera di dame romane, che si denudano e danzano davanti agli uomini che stavano lì al bagno per rilassarsi… E poi, sul più bello, si velano e fuggono via… Una vera beffa. Un vero…. pesce d’aprile…
E chissà che l’uso di tali scherzi non abbia avuto proprio origine dai riti di Venere…
Certo, vi sono una miriade di interpretazioni… Chi richiama usi legati all’apertura della pesca…. Chi tira fuori una, strampalata, leggenda, secondo cui San Genesio avrebbe salvato un Papa cui era andata di traverso una lisca di pesce, chi fa riferimento a vecchie questioni calendariali…. Insomma, di tutto e di più… Come sempre avviene quando di un uso, di una tradizione si è perso il senso. E dimenticata l’origine.
E quindi…
E quindi siccome una interpretazione vale l’altra, a me piace pensare che il pesce d’aprile sia proprio un ricordo di questo rito dei Veneralia romani. Rito che ha i caratteri della beffa… E in fondo Venere è una Dea beffarda. Che ama e giochi e gli scherzi. Anche quelli crudeli. Soprattutto se Aprile, il suo mese, si apre e chiude con una Luna Oscura….