Quante volte, specie per chi ha superato gli “anta”, s’è detto di tutto dei vecchi dischi? Per il fastidiosissimo fruscio stile padella per friggere dovuto alla polvere o alle indelebili ditate? Nonostante l’acquisto d’ogni diavoleria, liquida o meno, al fine di risolvere almeno in parte il problema? Per non parlare di quelli che –prestati- riprendevano la via di casa ricchi d’autentiche cicatrici?
Un’infinità.
Senza contare poi i simpaticissimi 45 giri. Che se per disgrazia infilavi in un mangiadischi il lato A rimaneva così così. Sul retro, invece, ti ritrovavi una sorta di anello di Saturno. Rendendolo praticamente inascoltabile.E allora, sior e siori, ecco a voi il rivoluzionario CD.
1Inizialmente costosissimo, come i lettori laser per farne uso. Poi via via entrambi a prezzi più accessibili. Mandando progressivamente in pensione intere collezioni, ormai considerate alla stregua di residuati bellici. Oltrettutto la comodità. Più dischetti erano trasportabili ovunque. E in seguito anche utilizzabili con le autoradio. Pensionando pure le antiche musicassette.
Piccolo inconveniente. Cadendo per terra con la copertina in plastica andando bene ce la si cavava con una bella crepatura. Sennò tutto in mille pezzi. Tanto da dover correre a comperare i “gusci” di ricambio. Poi qualcuno si è ricordato che si poteva utilizzare anche il cartone. Allora…
Ma il tempo scorre. E progressivamente ci s’accorge sempre più che il suono è freddo, senz’anima. Passi se il supporto contiene materiale riversato da master analogico. Ma se pure quello è digitale il risultato è davvero piatto, impersonale. Persino i “live” sembrano finti. Quando poi si scopre che la musica può essere scaricata tranquillamente dalla rete su pc, smartphone o i-coso vari anche il CD è bell’e pronto per le esequie. Così che non si ha manco più la soddisfazione d’aver per le mani alcunché di tangibile. Ben che vada la riproduzione della copertina sul display del marchingegno di turno.
Allora ecco ricomparire il vecchio bistrattato trentatré giri. Intere collezioni pure nelle edicole. Parecchio cari, peso grammi 180. Già, perché più il vinile è spesso, meglio dovrebbe suonare. In teoria. E per chi non ha la fortuna d’aver conservato qualche vecchio impianto hi-fi in polverosi solai, sono reperibili sul mercato anche graziose “valigette” alla portata un po’ di tutti.
Di morale non ce n’è alcuna. Rimane la soddisfazione di veder ricomparire qualcosa di umano. Anche se a fini prettamente collezionistici e uso domestico. Certo, la praticità torna ad essere scarsa. Però almeno un po’ di cuore…