Basta una indagine sul proprio figlio e Beppe Grillo Britannia è pronto ad obbligare i 5 Stelle ad accordarsi con il Pd che ha pesante influenza sulla magistratura. Ma no, il guru assicura che non è per questo che vuole l’accordo. Lo vuole perché Zingaretti ha detto “tu vali tu”.
E con una affermazione di così alto valore filosofico vuoi rinunciare all’intesa? E pazienza se sino a un mese fa Zingaretti era a capo del partito di Bibbiano con cui non prendere nemmeno un caffè.
Ma ora a Beppe Britannia va bene pure il bugiardissimo Renzi. Chissenefrega degli scandali delle banche, del precariato, dei poteri forti: Renzi ha piantato due alberi e, dunque, è l’uomo perfetto per un accordo. Ma vanno bene tutti, adesso, purché non si parli più del figlio di Beppe. Va bene persino Lamorgese che prima millanta un entusiasmante accordo a Malta sui migranti e poi scopre che non è vero niente e che è servito solo a far moltiplicare il numero degli invasori, senza che l’Europa se ne faccia carico. Vuoi mettere, però, l’importanza degli alberi renziani con l’irrilevanza di migliaia di invasori da mantenere?
In questa fase di appecoronimento Beppe Britannia sarebbe pronto pure a sputare sull’Iran ed a schierarsi con i sauditi. Un colpo di spugna sulla vicenda giudiziaria del figlio bisogna ben meritarselo.
Probabilmente il suo nuovo entusiasmo filo zingarettiano/renziano non basterà per vincere in Umbria dove i 5 Stelle in formato antico avevano fatto emergere le irregolarità della presidenza Pd costringendo alle dimissioni ed al voto anticipato. Un voto in cui i 5 Stelle in formato moderno si sono alleati proprio con il Pd che avevano denunciato.
Poi, però, dopo l’Umbria potrebbe partire il recupero. In Emilia Romagna ed in Calabria. Al Sud la Lega ha bocciato il candidato di Forza Botulino ed anche la Sorella della Garbatella appare dubbiosa. In Emilia Romagna potrebbe invece emergere la delusione di molti elettori del centro destra per gli errori commessi a livello nazionale con la scelta di personaggi imbarazzanti. Ma si voterà anche in Comuni vari in giro per l’Italia, e qui il rischio per il centrodestra è legato alla disillusione provocata da politiche locali identiche a quelle del centrosinistra. Con nomine in vari enti e strutture decise non dalla maggioranza ma da una opposizione che, sconfitta nelle urne, pretende comunque di imporre candidati di suo gradimento.
L’errore, strategico, del centrodestra è di non riuscire a comprendere che il cambiamento passa esclusivamente attraverso la conquista di questi gangli vitali in economia, nella finanza, nella cultura, nello sport. Farsi imporre i candidati è quanto di più stupido si possa fare. Perché non si cambia nulla e si deludono i propri elettori, si rinuncia a far squadra ed a costruire un sistema di governo alternativo.