“Conte non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione… Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco”. E che guerra sia!
Beppe Grillo non ha lasciato spazio alle incertezze. Giuseppi può fare altro nella vita. Già, ma chi ha collocato alla guida dell’Italia un personaggio privo di capacità politiche, manageriali, organizzative, innovative? Come ha fatto Grillo ad affidare non il suo partito ma il Paese intero ad un siffatto incompetente?
Adesso si vedrà se Conte ritornerà a fare l’avvocato, molto discusso e con il rischio che il caso Amara lo coinvolga, oppure se sfiderà Grillo e lancerà un nuovo partito che farà concorrenza ai pentapoltronati. Sarà divertente, in tal caso, osservare la convivenza dei due partiti all’interno del medesimo governo.
Si può governare con chi non ha capacità politica e manageriale? Si possono stringere alleanze sulla base della reciproca mancanza di stima e fiducia? Certo, per ottenere qualche poltrona si può fare di tutto e di più. Le bimbe di Conte sono pronte a scendere in campo a fianco dell’ex lìder minimo. Mentre Grillo recupera Davide Casaleggio che era stato estromesso dal Movimento solo pochi giorni addietro.
E poi si tratterà di vedere chi andrà con chi. Quali parlamentari seguiranno Giuseppi? Quanti resteranno con Beppe? E Dibba tornerà in gioco? Dopodiché nulla cambierà davvero. Le varie anime lotteranno soltanto per essere le più fedeli al servizio del Pd.