C’era una volta Beppe Sala. Sì, l’ex sostenitore del centrodestra poi trasmigrato a sinistra per fare il sindaco di Milano con tanto di pugno chiuso per far dimenticare il proprio passato. Il sindaco che voleva abbracciare i cinesi all’inizio della pandemia, che si entusiasmava per qualsiasi clandestino arrivasse a colonizzare Milano. Il sindaco che, facendosi forza, arrivava persino a stringere la mano ai milanesi. Già, c’era una volta.
Deve essere scomparso. Desaparecido, svanito. O forse si è dimesso senza dirlo a nessuno. Perché un sindaco ancora alla guida della città non farebbe finta di nulla di fronte ad una grande risorsa assassinata per strada da un connazionale; di fronte ad un’altra grande risorsa che molesta sessualmente due donne in pieno giorno; di fronte allo spaccio di droga in totale libertà in sempre più numerose aree di Milano.
Forse Sala se n’è andato insieme a Gualtieri. Qualcuno se lo ricorda il sindaco di Roma? Anche nella sua città lo spaccio è perfettamente libero. E c’è la massima libertà nell’aggredire chiunque osi protestare, figurarsi se si prova persino a contrastare i venditori di morte.
Ovviamente la colpa, tecnicamente, non è dei sindaci. E neppure delle forze dell’ordine che, saltuariamente, provano anche ad intervenire. Con risultati fallimentari e demotivanti. Già, perché gli spacciatori non fanno neppure in tempo ad arrivare al carcere che si ritrovano in libertà. A Torino finisce in galera un medico perché firmava esenzioni dal vaccino a chi non ne aveva diritto: avrebbe potuto reiterare il reato. Invece gli spacciatori che tornano a vendere droga 10 minuti dopo il rilascio, non reiterano il reato. Evidentemente. Misteri della meravigliosa giustizia all’italiana.
Ed allora la colpa non è neanche dei magistrati, ma dei politici che preferiscono occuparsi dei diritti di qualche minoranza, inventata la mattina prima, invece di tutelare i cittadini con leggi che puniscono i venditori di morte in modo tale da evitare interpretazioni di comodo da parte dei giudici. Ma la certezza dell’impunità degli spacciatori determina la violenza, lo stupro, la rapina da parte di bande che si sentono intoccabili. Un paio di arresti dopo le violenze sessuali di capodanno a Milano, a fronte delle decine di delinquenti coinvolti, rappresentano un invito a proseguire. Un paio di arresti, a Torino, a fronte di bande di giovani criminali che aggrediscono e derubano ragazzini per la città, rappresentano un via libera per nuove aggressioni, per nuove rapine.

Ma va bene così. I giovani delinquenti sono spesso grandi risorse o figli di grandi risorse. Dunque il politicamente corretto impedisce che vengano puniti. I milanesi, i romani, i torinesi si arrangino.