Tu chiamale se vuoi.. No, non emozioni come cantava Battisti. Puoi chiamarle “scaramucce da asilo Mariuccia”, oppure puoi definirlo “fuoco amico”, anche se di amico hanno davvero poco. Sono i fastidi quotidiani provocati nel centrodestra dai pochi esponenti rimasti in Forza Italia. Così, tanto per sentirsi vivi e ricordare di esistere.
Nelle spartizioni a tavolino delle candidature per le prossime elezioni comunali, Torino spettava alla Lega. Che ha trovato non poche difficoltà nell’individuare un candidato credibile. Alla fine Salvini ha puntato sul “civico” Damilano, già in quota Chiamparino per andare ad occuparsi di cinema. L’imprenditore, con calma olimpica, si è degnato di confrontarsi con altri suoi colleghi ed ha accettato l’investitura. Non ha trovato tempo e voglia per incontrare il popolo bue che dovrebbe votarlo.
Così, tra un accordo con il Pd per le proprie tv ed una finta opposizione, Berlusconi l’ha buttata lì: a Torino bisognerebbe puntare su Claudia Porchietto. Ovviamente in quota Forza Italia. Sembrava la solita boutade del sultano di Arcore che lancia una candidatura a sindaco per poi rinunciare ed ottenere qualche posto in più nelle giunte. Un modo per pesare, più che contare, visti i risultati sempre più deludenti.
Poi, però, è arrivato un sondaggio promosso dal notaio Ganelli. Con risultati che spiazzano tutti. I torinesi non gradiscono i “civici”, né a destra né a sinistra. Dunque niente Salizzoni ma Lo Russo per il centrosinistra. Niente Damilano ma Porchietto per il centrodestra. Con un particolare non proprio irrilevante: Lo Russo batterebbe Porchietto di ben 7 punti. Ed in un ipotetico ballottaggio otterrebbe il sostegno di una parte consistente dei grillini benché lui li abbia sempre osteggiati.
Sondaggi un po’ strani. Perché il candidato del centrosinistra è da tempo in campagna elettorale mentre sia Porchietto sia Damilano preferiscono occuparsi d’altro. Non è chiaro se perché non credono nella rispettiva candidatura o se perché sono già convinti di perdere.
Tra l’altro Lo Russo potrà contare sul sostegno della Rai locale, dei quotidiani, dei media di ogni tipo. Porchietto neppure su Mediaset, con un Tg5 schierato a favore del Pd.