Prima o dopo me lo cacceranno in testa, ne sono sicuro. A me e agli altri come me. Pochi o tanti non so… Ma me lo metteranno in testa e non potrò più levarlo. E annuncerà da distante a tutti, agli altri, ai normali e normalizzati, che mi sto avvicinando e di tenermi lontano. Di scansarmi, se possibile…
Non saranno necessari braccialetti elettronici, brutte primule al bavero della giacca, passaporti sanitari. Basterà lui. Il berretto a sonagli.
Quello di Pirandello. Quando dice – e ricordo l’interpretazione magistrale di Salvo Randone – che.. Ci vuole poco, Signora mia, a passare per pazzi. Basta dire la verità… Cito a memoria, ma il succo è questo…

Il Berretto a Sonagli del giullare, che osava dire al Re quello che i cortigiani tacevano, fingendo approvazione. Rigoletto, ovvio, e la sua furia disperata, dietro la maschera comica…
E poi le grandi giullarate medioevali. Dario Fo nel suo Mistero Buffo ne fece un collage capolavoro. L’unica sua opera che mi piacque veramente, l’unica che potrebbe giustificare il Nobel. E tuttavia, non interpretato da lui, il testo perde. E molto. Un abito tagliato sulla propria misura…
Comunque, il Medioevo – per altro invenzione della supponenza illuminista – rispettava il giullare. Ne riconosceva, implicitamente, il ruolo. Quello di dire il contrario della vulgata corrente. Di far vedere l’altro lato delle cose. Il volto nascosto della Luna.
Certo, lo faceva da folle. Con il berretto ridicolo, coperto di sonagli tintinnanti. Saltando e berciando, roteando gli occhi pallati… E dicendo enormità. Perché l’iperbole era, ed è, la sua figura retorica preferita.
Si preferiva, anche allora, non dar retta a ciò che diceva. O, più spesso, urlava. Ma lo si lasciava dire. E, sotto sotto, lo si ascoltava.
Perché il pazzo è sacro. Attraverso di lui misteriosi Dei rivelano la verità dietro il velo dell’ipocrisia… E poi, Parzifal, l’unico degno di conquistare il Graal, non era forse il Puro Folle? E non si presentò a Camelot con un berretto da giullare in testa?
Key, severo Siniscalco, lo voleva scacciare. Ma c’era Merlino allora… E le cose andarono ben diversamente.
Il giullare non è, però, un mago. Un veggente. È uno che vede ciò che tutti potrebbero vedere. Se non fossero (volutamente) ciechi per interesse, ipocrisia. Paura.
Lo vede e lo dice. E ride, anche se con folle, e disperata amarezza.

Lo si ascoltava un tempo. Lo si tollerava, per lo meno. Ma oggi…
Certo, è fastidooso. Inopportuno. Incivile. Perché ti ride in faccia quando ti vede bardato con guanti, mascherine e visiera che guidi, solo, in una strada deserta… Perché ti ricorda che chi vive, prima o poi, muore. E che nascondersi sotto il letto non ferma nostra Sora Morte corporale… solo ti impedisce di vivere. E questo è maleducazione. Specie se, poi, aggiunge che non ci sono miracolosi vaccini che tengano. E questo è blasfemo, perché il Papa, invece…
Se poi ti rammenta che ci sarebbero dei diritti civili, delle libertà, che ci sarebbe l’avvenire delle nuove generazioni che è più importante del tuo, stolto e arrogante, diritto alla salute… Se ti dice, in sostanza, la verità, che sei un povero di spirito che si è fatto intortare da un Azzeccagarbugli di provincia, e da una banda di malfattori…. Beh allora è proprio un asociale. Pericoloso. Va cacciato. Anche dai social, non sia mai che quelle boutades facciano metastasi. E inducano qualcuno a pensare.
Gli va messo in testa il suo berretto a sonagli…..