Come si può non essere d’accordo con Bersani quando zittisce un filosofo no vax invitandolo a discutere di filosofia e non di vaccini? Giusto, di ogni argomento può discettare soltanto chi lo conosce approfonditamente. Ciò significa che il mancato smacchiatore di giaguari potrà aprir bocca esclusivamente per scambi di opinione sulla storia e filosofia del cristianesimo. Dando per buono il suo 110 e lode per una tesi sull’argomento.
Ma, visti i suoi non proprio brillanti risultati ottenuti in politica, dobbiamo attenderci che Bersani la smetta di andare nelle trasmissioni di Floris per illuminare il ristretto pubblico sull’economia, sui rapporti tra partiti, sulla politica internazionale? Lui, che è riuscito a far bruciare Marini e poi Prodi nella medesima elezione per la presidenza della repubblica, pretende ancora di pontificare? Certo, è divertente ascoltare le sue metafore tratte dalla saggezza popolare, ma non basta per trasformarlo in un navigatore esperto della politica italiana. E forse fa ancora più ridere il modo in cui Renzi lo ha preso in giro.
Però, in teoria, l’idea non è sbagliata. Peccato che sia un problema metterla in pratica. Chi sono i competenti? Chi sono gli esperti? Certo non i ministri che hanno distrutto l’economia e la cultura dell’Italia. Certo non i rettori delle università alle prese con fenomeni di nepotismo e di concorsi truccati. Certo non gli imprenditori che fanno fuggire i cervelli per evitare di pagarli adeguatamente. Certo non gli scienziati che prima mettevano in guardia dal virus che si nascondeva nei boschi e poi raccontavano che all’aria aperta il virus non contagia, cambiando idea a seconda delle ore del giorno.
E poi, chi dovrebbe garantire che Tizio è un esperto e Caio invece no? Altri politici falliti, altri imprenditori incapaci, altri docenti miracolati, altri scienziati privi di scienza? Contano i titoli accademici elargiti dagli amici degli amici? Contano le onorificenze distribuite con criteri assurdi dalle istituzioni? La professionalità deve venir certificata da Floris e Formigli? Da Fazio e Littizzetto? Dalle giurie dei vari programmi tv dove il parere di un esperto viene reso inutile dai voti degli altri giudici totalmente ignoranti della materia?
In realtà Bersani si è limitato a seguire la prassi del vecchio Pci. Lui decide chi può parlare e di cosa. E sgrida Floris che concede spazio “persino” a chi non è allineato al pensiero unico obbligatorio. Non basta più che il reprobo, isolato, venga sommerso dalle voci di 4/5 esponenti del politicamente corretto. Bisogna proprio impedirgli di parlare. In nome della competenza che tanto assomiglia al pensiero unico obbligatorio. Ma è una coincidenza.