L’addio di Bianca Berlinguer alla RAI e il suo esodo verso Mediaset sono una non notizia, che quindi non sarebbe meritevole di commento. Ma c’è un aspetto della vicenda che è invece interessante sottolineare. Come noto la conduttrice di “Carta bianca” ha lasciato viale Mazzini per trasferirsi verso il Biscione in ragione di una scelta editoriale logica, ma anche sfruttando il cambio di vertice e di indirizzo politico della Rai. Il tentativo è insomma, come per Fazio e Littizzetto, quello di farsi passare per martire quando la scelta è esclusivamente professionale; in questo caso addirittura la censura non sarebbe stata neppure subìta direttamente ma attraverso la collocazione in palinsesto di altri format concorrenti. Come a dire che una volta acquisita una posizione, in RAI, si avrebbe diritto non solo di mantenerla a vita ma anche in monopolio.
La questione non sta però qui: il martirio sedicente in Italia è una pratica, come sappiamo, molto diffusa. L’aspetto più rilevante sta invece nella vocazione assolutamente leggera del programma di Bianca Berlinguer, che lo rende senz’altro più adatto alle reti Mediaset, dove questa forma definita infotainment è proliferata anche se la sua nascita bisogna ricordarlo, è senz’altro della Rai. Il primo giornalista ad avere sposato lo spettacolo come forma di comunicazione, o almeno quello che ha tracciato più decisamente questo percorso, è stato Alberto Castagna, prima esibendosi con un siparietto divertente in cui cantava “Malafemmina” in italiano colto e poi conducendo programmi tra cui è rimasto celebre soprattutto “Stranamore”.
Ma il brodo di coltura nel quale il giornalismo spettacolo è proliferato è quello dei cosiddetti contenitori, che hanno visto per esempio Castagna alla guida di “Mattina due” e de “I Fatti Vostri”, creato da Michele Guardì. Nel frattempo, mentre i giornalisti cominciavano a presentare spazi nei quali la cronaca si mescolava con le cover musicali e i giochini con il pubblico da casa, “Domenica In”, condotta invece da personaggi dello spettacolo come Mara Venier, proponevano sempre più insistentemente spazi di approfondimento del tutto analoghi a quelli generati dai telegiornali.
La cosa divertente è che questo andazzo ha visto l’Ordine dei giornalisti protestare soltanto per il fatto che le show women si atteggiassero a giornaliste intervistando i politici, ma non del fatto speculare, cioè che i giornalisti facessero i bravi presentatori degli show.
Entrambe le cose si inseriscono a loro volta in un rimescolamento della multimedialità informativa che ha stravolto anche la carta stampata: in questo ambito la paternità va senz’altro attribuita a Paolo Mieli, tanto che l’andazzo ha preso da lui il nome di “mielismo”. E che si è espresso soprattutto con la tendenza a mescolare toni alti e contenuti bassi o viceversa. Nel primo caso, per esempio, ricordiamo le figurine Panini allegate all’Unità dall’allora direttore Walter Veltroni, che così dimostrava di essere degno figlio di un grande dirigente dello spettacolo televisivo, ma anche certe intellettualoidi rivalutazioni dei B-movie; dall’altro lato ricordiamo invece i retroscena di gossip che ormai contornano e soffocano l’informazione politica.
La mescolanza fa parte della vita, ma i generi sono delle invenzioni di comodo utili a mettere ordine nei nostri schemi mentali.
Per tornare a Bianca Berlinguer la sua trasmissione – al di là della compagnia di giro che viene ospitata e che è pressoché la stessa che si può ritrovare in tutti gli altri contenitori, qualunque sia l’argomento che si tratta, peraltro nove volte su dieci politica o, per meglio dire la minuteria politica, le beghe del giorno – si connota soprattutto per i siparietti con pretesa di comicità che la conduttrice intrattiene con Mauro Corona (che rimpiangiamo come scrittore di montagna e che, similmente a mille altri, una volta provata l’ebbrezza della notorietà conferita dal piccolo schermo ha definitivamente perso la testa). Non a caso è il siparietto tra i due a conseguire il picco di audience di “Carta bianca”. Giusto quindi che questo tipo di infotainment emigri su Mediaset, accanto a trasmissioni come “Pomeriggio Cinque” e “Verissimo”, ma anche “Amici” e “L’isola dei Famosi”, dove certamente troveremo presto la figlia di Enrico rispettivamente ospite e protagonista.
Non crediamo la rimpiangeranno i colleghi del Tg3 che da lei sono stati diretti, pare con poca soddisfazione. Sicuramente non la rimpiangerà il collega Maurizio Mannoni, con il quale Bianca ha intrattenuto memorabili litigate.