Boia chi molla! Joe Biden ha scippato la frase per applicarla alla sua politica internazionale. Beh, sua magari no. Il burattino di Washington la politica estera se la fa dettare dai lobbisti che lo hanno insediato alla Casa Bianca. E poi comunica gli ordini ai Giggino di turno. Ma ora l’ordine per entrambi è di non concedere tregua ai russi. Costi quel che costi, soprattutto perché i costi verranno fatti pagare agli italiani ed a tutti coloro che si sottometteranno ai comodi degli americani.

Prima il vecchio yankee ha offerto una evidente dimostrazione delle sue carenti condizioni mentali insultando Putin definito “assassino”, poi ha acuito le tensioni con le provocazioni in Ucraina, quindi ha utilizzato l’Italia ubbidiente per rimettere piede in Libia in opposizione ai russi che si sono insediati in Cirenaica. Ed ora si è scatenato con espulsioni di diplomatici russi. Senza dimenticare le sanzioni contro Mosca che hanno il meraviglioso effetto di penalizzare le esportazioni europee verso la Russia e di spingere Putin nelle braccia di Xi Jinping.
D’altronde i lobbisti americani che controllano Biden sanno perfettamente che l’Europa sta attraversando un periodo di enormi difficoltà. Merkel a fine corsa, Macron in grave crisi interna, la Spagna nelle mani di una banda di inetti. E l’Italia scodinzolante. Una situazione perfetta per Washington. Così perfetta da potersi tenere Biden in attesa di sostituirlo con Kamala Harris.

Ed allora, nei nuovi scenari che si stanno definendo, lasciare l’Afghanistan è del tutto irrilevante perché i giochi si fanno altrove. Magari davanti a casa nostra, in Libia. Dove la Tripolitania è controllata dai turchi e l’Italia è un ospite, guardato con diffidenza dai libici per la porcata fatta contro Gheddafi, guardato con sufficienza dai turchi che faranno pagare le offese di Draghi ad Erdogan. Ora vogliono entrare anche gli americani che, ovviamente, tratteranno con i turchi, che controllano l’area, mentre gli italiani servono solo come camerieri a cui far svolgere i compiti più umili e gravosi concedendo, in cambio, qualche scarto del banchetto.