Finalmente il mistero è stato svelato: i sondaggi indicano che saranno le destre a vincere le elezioni di settembre perché i sondaggisti sono fascisti. Dunque la vittoria nelle urne premierà Letta e la sua brillante strategia di alleanze. Senza dimenticare il pregnante programma elettorale. Ma la conferma, ovviamente, arriva dal padrone americano. Quello che, secondo i sondaggisti locali (fasciatissimi), verrà battuto nelle elezioni di medio termine.
Ed allora Biden che fa? Replica le dichiarazioni dei gauchisti italiani ed accusa gli avversari di essere fascisti. In realtà “semifascisti”, si vede che ha letto il fascistometro della Murgia.
Dunque o i sondaggisti sono fascisti ed anche stupidi, oppure gli stupidi sono Biden ed i compagni italiani convinti che, a 100 anni dalla Marcia su Roma, ci sia una maggioranza di cittadini, in Italia come negli Usa, preoccupati di ritrovarsi con un discendente del Duce a guidare i rispettivi Paesi. RimbamBiden ha la scusante dell’età, i suoi consiglieri no. In Italia nessuno ha scusanti poiché non dovrebbe essere troppo difficile neppure per l’attuale classe politica gauchista distinguere tra Bottai e Donzelli, tra Rossoni e Lollobrigida (cognato), tra Balbo e Crosetto.sInvevce insistono, ed ogni volta fanno guadagnare voti alla signora Pina della Garbatella, quella che stima molto Sua Mediocrità Mario Draghi. Perché, a forza di insistere, il cittadino si convince che finalmente i treni arriveranno in orario, che le opere pubbliche si realizzeranno in tempi rapidi ed a costi contenuti, che i clandestini torneranno sulla Quarta Sponda.
Pie illusioni, ovviamente. Ma alimentate proprio da chi pensa, in tal modo, di demonizzare l’avversario. Mentre in realtà, lo rafforza. Se Letta fosse un fine stratega, un po’ come Loredana Bertè, e non il candidato ad essere eliminato dalla segreteria del Pd, si potrebbe pensare ad una cinica ma efficace manovra sul medio periodo: mandare a governare le destre facendo credere al gregge italico di aver scelto i fascisti, far emergere che questi non sono né fascisti né capaci, dimostrare la loro inettitudine e, di fronte al disastro del Paese, tornare alle urne per vincere a mani basse approfittando della delusione per queste destre.
Macché. Nessuna strategia, solo lo sterile antifascismo utile a mantenere qualche presidenza di apposite ed altrettanto inutili associazioni. Molinari, direttore di Repubblica, invita a non affrettare giufzi perché, a suo avviso, non è per nulla certo che sia la destra a vincere. Tutto può succedere, come si è già visto: un attentato terroristico che provochi molte vittime e sia accompagnata da una rivendicazione delle Brigate Giorgia; un’inchiesta giudiziaria sul cognato parlamentare; una foto compromettente di Giorgia ed un nuovo flirt. Ma probabilmente non servirebbe neppure quello.