Il più recente progetto del batterista Mike Clark (membro, tra gli altri, degli Headhunters, gruppo jazz, funk e fusion nato nei primi anni Settanta) e del bassista Leon Lee Dorsey, è intitolato “Blues on Top”, titolo che rispecchia appieno il carattere delle 9 tracce che lo compongono.
Se Mike Clark si è affiancato sin dagli esordi ad Herbie Hancock per poi accompagnare nel corso della sua carriera personalità di spicco come Tony Bennett, Wayne Shorter e John Scofield, Dorsey vanta in curriculum collaborazioni con mostri sacri del jazz come Wynton Marsalis, Art Blakey e George Benson.
I due hanno deciso di rivolgersi, per completare dal punto di vista melodico la chimica del trio, al pianista e “hammondista” del Connecticut Mike LeDonne, figura di rilievo della scena newyorkese che, nel corso della sua carriera iniziata negli anni Ottanta, si è accompagnato, tra i tanti, a jazzisti del calibro di Dizzy Gillespie, Sonny Rollins e Joshua Redman.
La tracklist è un mix di classici e di brani recuperati dai repertori di maestri del jazz e non solo come, per esempio, Oliver Nelson, Duke Ellington (“C Jam Blues”), Dizzy Gillespie stesso (“Birk’s Works”), Cedar Walton e Ann Ronell fino a rispolverare, rivisitandoli un’ennesima volta, i Beatles, con la rielaborazione dell’iconica “Can’t Buy Me Love”.
Nel complesso, come ci si poteva aspettare, l’album è molto vario e divertente, molto ritmato, basandosi su canoni blues ma spingendosi volentieri in un territorio compreso tra il mid-tempo e lo swing, con l’eccezione della melodica “Angel Eyes” di Matt Dennis e Earl Brent.
L’obiettivo di questo affascinante progetto è ridare vitalità a standard e brani già sedimentati nel patrimonio musicale jazz, conferendo loro nuova brillantezza.
L’inedito trio coglie appieno nel segno, realizzando tre quarti d’ora di energia pura, navigando tra le insenature del jazz e del blues, generi legati indissolubilmente da uno stretto vincolo di parentela e che quando si accompagnano riescono sempre, vicendevolmente, da un lato a svecchiarsi e dall’altro a dare profondità alle proprie sfumature.