Marco Boglione, creatore e patron di BasicNet (il gruppo a cui fanno capo marchi come Kappa, Robe di Kappa, K-way, Superga, Briko, Sebago, Sabelt, Jesus Jeans), è una persona per bene e sincera, eppure diventa difficile credere che stia per fare un passo indietro nella sua attività di successo
Ma è davvero così?
Sì, è arrivato il momento di lasciare spazio a una linea più giovane di manager. Un passo indietro da top manager ma un passo avanti come azionista.
Dunque nessun addio all’azienda dove, peraltro, sono già entrati i figli?
Ovviamente nessun addio, solo un cambiamento di ruolo e di prospettive. Quello di azionista è un ruolo fondamentale e io voglio esercitarlo di più, con più tempo a disposizione. Mentre in BasicNet si procederà sulla strada del ringiovanimento.
Lei ha creato BasicNet nel 1994, quando ha rilevato Mct dal fallimento. Da allora, periodicamente, lei ha immaginato il futuro del gruppo negli anni successivi e ha sempre realizzato quanto immaginato. Come sarà BasicNet tra 10 anni?
Sarà un vero market place dell’abbigliamento e della calzatura brandizzata. Una sorta di Amazon per questo settore, con alcuni marchi nostri ma anche con la gestione di marchi che non controlliamo ma che utilizzano il nostro modello perché funziona bene.
In questi anni il gruppo BasicNet è cresciuto sia per linee interne sia attraverso acquisizioni.
Il valore delle vendite aggregate dei prodotti a vostro marchio ha raggiunto, lo scorso anno, 747,8 milioni di euro con un utile netto consolidato di 10,6 milioni di euro. Avete in mente nuove acquisizioni?
Non subito, adesso siamo impegnati nel rilancio di Sebago. Ma in futuro probabilmente acquisiremo altri marchi. Marchi, non aziende. Noi abbiamo sempre scelto marchi che erano “morti” ma che, secondo noi, avevano grandi eredità nel cassetto. E li abbiamo rilanciati. Il caso di K-way è forse il più evidente, ma vale anche per gli altri.
Come sta andando Briko?
Decisamente bene, tanto è vero che stiamo pensando di affiancare ai caschi anche una linea di occhiali da vista.
Il modello di impresa di BasicNet coniuga la grande capacità di fare stile con continue innovazioni tecnologiche e informatiche per la gestione.
Eppure avete 1.262 negozi a vostro marchio nel mondo e 199 in Italia. Come si concilia il negozio tradizionale con tutta l’innovazione ad ogni livello?
Si concilia benissimo. I nostri negozi vendono anche online, hanno una gestione digitale, sono estremamente flessibili, cambiano i prezzi ogni giorno per le varie offerte. E pensiamo di aprirne altri. Così come aumentiamo l’occupazione nel gruppo. Oggi siamo in 576 con un’età media di 35 anni.
Lei ha una mente creativa, perennemente in attività in ambiti diversi. Sta pensando a nuove attività per quando farà un passo indietro come top manager?
Tutte le mie intuizioni ed i miei progetti sono sempre stati portati avanti nell’interesse del gruppo. Iniziative laterali che si sono trasformate in una sorta di centro ricerche di cervelli. Così come le mostre che abbiamo promosso non sono servite per promuovere l’azienda ma per alimentare uno stato d’animo di gruppo. Cultura, creatività, efficienza per coinvolgere tutti quelli che lavorano con noi. Ma proprio tutti.
Photo credits by Massimo Sestini