In attesa del voto di domenica il presidente di origine aymara Evo Morales ha concluso la sua campagna elettorale per le elezioni presidenziali con un’oceanica manifestazione a Santa Cruz, storica roccaforte dell’opposizione conservatrice nell’est del Paese sudamericano.
La prova di forza del Movimiento al socialismo (Movimento al socialismo, Mas) giunge con una doppia eco ai media sia per l’immensa partecipazione, stimata intorno alle 500.000 presenze, sia per il luogo prescelto dal partito di maggioranza uscente. Santa Cruz, capitale economica del Paese, ha sempre rappresentato la portabandiera di quella “mezzaluna orientale” che insieme alle regioni di Tarija, Beni e Pando ha dato filo da torcere al leader socialista in ogni tornata elettorale in assoluto contrasto con le regioni occidentali.
Per via dell’alta concentrazione di idrocarburi presenti nel proprio sottosuolo, infatti, l’Oriente ha sempre cercato una maggiore autonomia volta a trattenere gli utili dell’estrazione di gas e petrolio finendo col sostenere, di volta in volta, i candidati conservatore oppostisi a Morales. Anche nel corso di queste elezioni uno dei maggiori sfidanti risulta essere Óscar Ortíz, liberale originario di Santa Cruz.
Gli oltre sette milioni di boliviani chiamati alle urne dovranno eleggere anche 130 deputati e 36 senatori che ricopriranno la carica, al pari del ticket presidenziale, dal 2020 al 2025. In ogni caso, stando anche agli ultimi due sondaggi resi noti dalla società di ricerca Ipsos per conto di Radio Televisión Popular (Radio Televisione Popolare, RTP) e dalla casa sondaggistica ViaCiencia, la vera sfida di Morales sembra essere quella per il raggiungimento del 40% delle preferenze, dato che congiunto con uno scarto superiore al 10% sul secondo arrivato gli consentirebbe di evitare il secondo turno previsto per dicembre.
La corsa per palazzo Quemado vede Morales nettamente favorito ma il ballottaggio risulterebbe una novità per il presidente uscente sempre rieletto a furor di popolo e mai sottoposto ad una convergenza di voti dei candidati conservatori e liberali su un solo sfidante, come sicuramente avverrebbe in questo caso.
Lo storico vice Álvaro García Linera ha annunciato che l’Agenda patriottica 2025 è stata già scritta e subito dopo il responso elettorale sarà messa in moto la macchina organizzativa per implementare i successi ottenuti dal governo socialista sino ad ora.