Le riforme, anche quando sono legittime, persino quando sono doverose, devono essere spiegate. Ed il centrodestra dimostra, quotidianamente, di non volere o di non sapere comunicare. Lo si è visto con la cancellazione del bonus cultura per i diciottenni. Cancellazione? Quale cancellazione? Gennaro Sangiuliano, il ministro della Cultura, assicura che si tratta di una falsa notizia (lui usa l’inglese, per definirla tale..), rilanciata ad arte dalle opposizioni. E ripresa, immancabilmente, dagli operatori del settore che, non a caso, sono schierati sul fronte opposto. Compreso il più grande editore italiano, tale Berlusconi che non dovrebbe essere ignoto a Sangiuliano.
Ma il ministro insiste. Nessuna cancellazione, solo una riforma per evitare le troppe truffe che ci sono state in passato. Però l’idea di togliere un po’ di soldi alla misura a favore dei giovani per dirottarla al mondo del cinema che non è proprio il luogo del pluralismo lascia perlomeno perplessi. Finanziare film politicamente corretti e terribilmente noiosi, non visti da nessuno, non pare un grande colpo di genio. Magari saranno contenti a Medusa, casualmente parte della galassia Mediaset/Berlusconi, ma qualche perplessità a livello giovanile è più che lecita.
Oppure anche questa è una falsa notizia. Ed allora Sangiuliano dovrebbe dotarsi di un ufficio stampa leggermente più attivo. In grado di comunicare la vera essenza dei provvedimenti allo studio prima che la sinistra culturale racconti una sua realtà magari totalmente falsa. Perché, nel caso del bonus cultura, il disastro ormai è fatto. Se dovesse ritirare il provvedimento, Sangiuliano diventerebbe il ministro sconfitto. Ma anche se procederà con la riforma, e se dovesse essere una buona riforma, la sensazione sarà di modifiche apportate grazie all’intervento delle opposizioni. Un falso? Certo, ma la realtà è quella che riesce a raggiungere il cittadino, non quella dei documenti ufficiali.