Francesco Borgonovo rappresenta la cattiva (o forse buona…) coscienza della destra politica italiana. Nel senso che, scevro da vincoli di partito che lo leghino in un modo o nell’altro con l’attuale esecutivo, può permettersi il lusso di esprimere apertamente quanto i militanti di destra, e non soltanto loro, pensano in merito a diverse questioni legate alla politica nazionale e internazionale. Opinioni che né Giorgia Meloni, né i suoi sodali di vertice, e neppure gli alleati di governo possono esprimere, ma di cui sotto sotto sono convinti.
Borgonovo, dalle pagine del quotidiano La Verità di cui è vicedirettore, ha più volte espresso la propria perplessità in merito a come i governi Conte e Draghi hanno affrontato il problema della pandemia. Opinioni che sono state spesso ribadite in diverse trasmissioni televisive alle quali il giornalista emiliano viene spesso invitato. Punto di vista che la destra politica non può certamente condividere se non correndo il rischio di essere tacciata di oscurantismo e di adesione alle tesi dei novax.
La stessa cosa vale per la guerra in Ucraina. Lungi dal voler giustificare l’aggressione della Russia, molta parte dell’opinione pubblica che alle ultime elezioni ha votato per Fratelli d’Italia non si riconosce nella posizione filoatantista adottata da Giorgia Meloni e dal suo governo. Le ragioni e le prese di posizione nei confronti di un conflitto che per noi italiani significa aumenti delle bollette energetiche e incertezze sui futuri approvigionamenti di gas non hanno convinto moltissimi militanti di destra e non soltanto loro.
Si sa, e si comprende, che la premier ha voluto fin da subito mantenere un profilo basso, inclusivo, in sostanziale continuità con i governi precedenti, sostenuti dagli stessi partiti che oggi fanno parte della sua maggioranza. Ma la gente fa fatica a comprendere la posizione del governo italiano nei confronti di un sanguinoso scontro armato che non porterà nessun vantaggio all’Italia, anzi.
Le perplessità sul conflitto ucraino, sulle sue cause recenti e remote, sugli interessi contrapposti che si affrontano – è proprio il caso di dirlo – gli uni contro gli altri armati, sono descritti in un agile libretto recentemente pubblicato dalle Edizioni OAKS dal titolo “La Guerra in Europa – L’Occidente, la Russia e la propaganda” (pp. 125, 12,00€).
Il testo comprende un’introduzione di Luciano Canfora, una lunga intervista a quest’ultimo movimentata dallo stesso Borgonovo, ed alcuni articoli sull’argomento pubblicati di recente.
L’autore, o meglio gli autori, si interrogano sulle cause del conflitto, ma soprattutto sui motivi che hanno visto l’Occidente e i suoi media schierarsi contro la Russia in maniera prima acritica e poi escludendo in ogni modo di confrontare le opinioni degli aggressori con quelle degli aggrediti. Ne scaturisce un istantbook che ci permette di comprendere meglio quanto sta accadendo sul fronte dell’est, e di renderci conto di quanto unilaterali e acritiche siano le “informazioni” che ci vengono da ogni parte. Per gli approfondimenti ci sarà tempo. Per il momento Borgonovo e Canfora si limitano a presentarci una serie di punti vista non allineati che, con un linguaggio agile e comprensibile, permetterà a ciascuno di noi di farsi un’idea propria in merito a una delle più gravi crisi internazionali degli ultimi decenni.