C’era una volta un politico piccino picciò che scriveva su un patinato periodico della sinistra socialista. Un periodico dove il politico condivideva le sue riflessioni con gli autonomi che pubblicavano le foto segnaletiche dei ragazzi di destra. D’altronde erano gli anni in cui si potevano uccidere impunemente, a colpi di chiave inglese, i giovani missini. Adesso il politico piccino picciò sogna, probabilmente, di pubblicare da qualche parte le foto segnaletiche dei dipendenti pubblici che non vanno a comprare caffè e tramezzini dai bar fighetti, e super cari, del centro città, in ogni città.
L’ex compagno Brunetta, diventato ministro forzitaliota, è rimasto convinto che il suo elettorato di riferimento sia rappresentato dai radical chic che vivono nelle varie Ztl sparse per la Penisola. A lui non interessano i bar delle sordide periferie, i negozi di alimentari dei quartieri dormitorio. L’impiegata pubblica, con buono pasto da 7 euro, deve spenderne almeno 10 ogni giorno per il pranzo nei locali indicati dal compagno ministro. Perché bisogna far crescere il Pil. Aumentando i consumi? No, aumentando i prezzi. Perché quei puzzoni dei baristi e dei ristoratori di periferia hanno cercato di mantenere i prezzi ad un livello accettabile, per invogliare gli abitanti del circondario a concedersi un pranzo in più per tutta la famiglia, un aperitivo con gli amici, un caffè al bar per una pausa meno stressata.
Invece nei locali della gauche caviar i prezzi sono felicemente volati alle stelle. E questo, in termini statistici, serve a far credere che tutto vada per il meglio. A patto, però, che ci siano i consumatori. Dunque basta con lo smartworking e tutti di nuovo ammassati in ufficio, ammassati su tram e autobus per andare a lavorare e per tornare a casa. La transizione ecologica? Dimenticata in nome dei tramezzini a costi stratosferici.
Al compagno Brunetta non interessano gli studi internazionali sui migliori risultati ottenuti da chi ha utilizzato lo smartworking. Non interessano le scelte delle grandi multinazionali che stanno individuando le nuove forme contrattuali da applicare per il lavoro da casa. Non interessa il recupero dei borghi con il trasferimento di chi lavora da remoto. Al ministro interessano solo baristi e ristoratori delle aree centrali. Proprio quelle aree che, all’inizio di ottobre, faranno vincere i candidati del centrosinistra alle elezioni comunali.
Il giusto premio per l’esponente di Forza Italia.
2 commenti
MI SEMBRA GIUSTO CHE FINALMENTE I DIPENDENTI STATALI TORNINO NEGLI UFFICI A LAVORARE.
DA CASA NON FACENO NULLA E QUIBDI LA BUROCRAZIA ERA TOTALMENTE BLOCCATA.
QUEST’ARTICOLO CRITICA BRUNETTA, MA OCCORE CHE GLI IMPIEGATI STATALI VADANO ALMENO IN UFFICIO, PER SIMULARE DI LAVORARE !!!
MI SEMBRA GIUSTO CHE FINALMENTE I DIPENDENTI STATALI TORNINO NEGLI UFFICI A LAVORARE.
DA CASA NON FACENO NULLA E QUINDI LA BUROCRAZIA ERA TOTALMENTE BLOCCATA.
QUEST’ARTICOLO CRITICA BRUNETTA, MA OCCORE CHE GLI IMPIEGATI STATALI VADANO ALMENO IN UFFICIO, PER SIMULARE DI LAVORARE !!!
FORSE LA SOLUZIONE PIU’ CORRETTA SAREBBE DI LINCEZIARE TUTTI I FANNULLONI E GLI ASSENTEISTI CHE NEL SETTORE STATALE SONO VETRAMENTE TROPPI.