Anche se i grandi teologi come Boccia e Crozza ci hanno spiegato che il Natale è solo una convenzione, la redazione di Electomagazine è lieta di augurare un Buon Natale anche quest’anno. Le giornate hanno ripreso ad allungarsi nonostante “esperti, nani e ballerine”. La notte finirà nonostante catastrofisti e rinunciatari, spie da balcone e renitenti alla vanga.
Buon Natale a tutti gli altri. Quelli che hanno continuato a lavorare nonostante tutto, nonostante la loro paura, in alcuni casi. E quelli che avrebbero voluto continuare a lavorare ma gli esperti a gettone glielo hanno impedito. Buon Natale a chi sognava ed ora non può più. A chi viaggiava ed ora non può più. A chi amava a distanza ed ora non può più avvicinarsi.
Buon Natale a chi ha scoperto che la censura ha mille volti, a chi viene irriso perché non si adegua al pensiero unico obbligatorio. Buon Natale agli incompresi, a chi si ostina ad aver voglia di ridere nonostante Speranza e Boccia, a chi ha voglia di vivere nonostante Conte e Ricciardi.
Buon Natale a chi ha posto Gesù bambino nella mangiatoia del presepe a mezzanotte ed a chi collocherà i Magi il 6 gennaio, convinto che i simboli siano qualcosa di diverso, di totalmente diverso, dalle convenzioni. Buon Natale a chi ha fatto l’albero e lo ha riempito di luci per combattere la notte senza fine in cui vorrebbero farci precipitare.
Buon Natale a chi ha festeggiato con una cena ed a chi lo farà oggi con un pranzo. Perché rispettare le proprie tradizioni significa rispettare se stessi.
Buon Natale a chi spera che non sia l’ultimo da festeggiare ed a chi teme di non poterne festeggiare altri. E magari è da solo perché un dittatorello arrogante ha impedito ai nipoti di arrivare da altre regioni.
E Buon Natale ai lettori che sono aumentati anche quest’anno, che ci hanno incoraggiato a proseguire con il loro sostegno e pure con le loro critiche.
Buon Natale, infine, alla redazione che si è impegnata per migliorare Electomagazine, ad un editore semplicemente perfetto, ai nuovi investitori che hanno creduto in una squadra per nulla omogenea e che non ha alcun desiderio di omogeneizzarsi.
