I discepoli del politicamente corretto hanno salutato con insolito entusiasmo l’ennesima circolare del Ministero dell’Istruzione contenente le indicazioni per il prossimo Esame di Stato, quello che per i profani continua ad essere chiamato Esame di Maturità.
Il passo che ha suscitato tale ammirazione è quello che impone alle commissioni di accertare “le conoscenze e le competenze maturate nell’ambito delle attività di Cittadinanza e Costituzione”.
“È una splendida notizia” ha esultato, per esempio, Guido Crainz su Repubblica. Che ha aggiunto: “Come è possibile raccontare la Costituzione […] senza far comprendere il suo ruolo decisivo nel promuovere l’educazione alla democrazia dell’Italia uscita dal fascismo?”
E ci risiamo. Sembra che ormai l’unico modo per difendere la democrazia sia appellarsi ad un obsoleto quanto anacronistico antifascismo.
Non ci si rifà, in altre parole, ai valori che la Costituzione dovrebbe affermare, bensì al passato che ci si voleva lasciare alle spalle.
Valori e principi che gli stessi “padri costituenti” avevano sicuramente più a cuore, malgrado l’esperienza fascista facesse parte del loro recentissimo passato e del loro personale vissuto.
Ma ciò che la maggior parte dei commentatori ha sottaciuto, è che nella scuola attuale l’insegnamento di quella che una volta si chiamava Educazione Civica, e che avrebbe dovuto comprendere anche la lettura (se non lo studio) della legge fondante del nostro Stato, è quasi del tutto scomparsa.
In particolare nelle scuole superiori se ne parla, spesso di sfuggita, durante le ore di Diritto, una materia che non tutti gli indirizzi comprendono nei loro curricula.
Ma forse questo non trascurabile problema è sfuggito al funzionario del ministero che ha diramato la circolare, e allo stesso ministro che dovrebbe averne guidato la mano.
L’importante è fare bella figura davanti ai paladini del politicamente corretto senza preoccuparsi se insegnanti ed allievi siano pronti ad affrontare un cambiamento di questa portata.
Finirà, inevitabilmente, che la norma sarà bellamente ignorata. Con buona pace di coloro che oggi (ma solo per un giorno) l’anno salutata come una svolta epocale.