Sulla copertina compare un sapiente fotoritocco del celebre francobollo della ”Fratellanza d’armi italo-tedesca” del 1941. A sinistra compare Mussolini, di profilo, ma di fronte a lui invece di Hitler c’è Matteo Salvini.
Nel riquadro in basso la dicitura “Due popoli una guerra” è sostituita dalla ambigua frase “Due uomini un populismo?”. Sì, proprio con il punto interrogativo.
È l’immagine che sovrasta il titolo dell’ultimo libro di Pietrangelo Buttafuoco “Salvini e/o Mussolini” edito recentemente da PaperFIRST, la casa editrice che fa capo a “Il Fatto Quotidiano” di Marco Travaglio.
Il titolo riecheggia “Jefferson and/or Mussolini” pubblicato da Ezra Pound nel 1935 a Londra da Stanley Nott e proposto in Italia solo nel 1944 nella traduzione dello stesso Pound.
Come già detto in passato se il nome del Duce compare sulla copertina di un libro ciò basta a garantirgli il successo. Non sembra sia questo il caso del pamphlet di Buttafuoco, visto che il titolo non ha fatto capolino nelle classifiche di vendita neppure per una sola settimana.
Ma questo instant book vale comunque la pena di essere sfogliato e letto. Intanto perché la vis polemica del suo autore è sempre godibilissima e politicamente molto scorretta. E poi perché la struttura del libro risulta molto accattivante. Si tratta infatti di una sorta di dizionario che mette a confronto il capo della Lega e il Duce del Fascismo in un rapporto dialettico tra improbabili “ieri” e “oggi”. Si va dalla “A” di America alla “Z” di Zorro, passando attraverso a confronti del tipo “Bella Ciao/Ciao Biondina”, Nutella, Bisquits/Il popolo dei cinque pasti”, “Felpa/Camicia nera”, “Meloni/Italo Balbo” e così via.
Certo che rapportare i due personaggi, come dice lo stesso Buttafuoco nell’introduzione, sarebbe “come fare il confronto tra Rita Hayworth e non so chi, laddove Mussolini è la Femme Fatale hollywoodiana, e Salvini è, al più, una Elettra Lamborghini”.
Ma il libretto (154 pagine per 12€) è anche un divertente catalogo di aneddoti. Quelli relativi a Salvini sono più noti perché tratti dalle cronache politiche e di costume più recenti, mentre quelle su Mussolini possono risultare meno conosciute visto che il capo del Fascismo viene raccontato sempre e soltanto in chiave negativa, a partire dai libri di testo in uso nelle nostre scuole.
Ma se volete accostarvi a queste pagine per trascorrere qualche ora in modo non del tutto stucchevole, sbrigatevi: il destino di questo genere di volumi è quello di invecchiare in fretta.